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La storia della Buca della Salvezza di Palermo

Camminando nello storico quartiere della Kalsa di Palermo, ci si imbatte nella Buca della Salvezza. La buca si trova in via Alloro: è un foro, scavato sul lato esterno del transetto del convento della Gancia.

Gaspare Bivona e Filippo Patti, due patrioti,  nel 1860, per sfuggire alle milizie borboniche, si rifugiarono all’interno del convento fingendosi morti e nascondendosi sotto alcuni cadaveri di altri patrioti uccisi dai borbonici. Spinti dalla fame, scavarono un foro verso l’esterno e, richiamando l’attenzione di alcune donne che si trovavano in un basso di fronte, chiesero il loro aiuto.

Queste per distrarre i borbonici inscenarono una lite e grazie alla collaborazione di un carrettiere, che li fece fortunosamente salire su un carretto colmo di paglia, Gaspare e Filippo riuscirono, infine, a mettersi in salvo. Sino agli anni Sessanta dello scorso secolo era ancora usanza popolare recarsi in pellegrinaggio davanti alla buca per chiedere grazie.

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Una piccola curiosità…

Anticamente, nel quartiere della Kalsa, erano famose le “sciarre”, un teatrale litigio in cui affiorava il  linguaggio locale. Dopo la contesa erano di rito i commenti e le medicazioni. Ma la “tirata di capiddi”, nei giorni che seguirono il 4 aprile 1860, assunse un carattere storico, perché servì a salvare Filippo Patti e Gaspare Bivona. Il vicolo dietro la Gancia, che da allora prese il nome di Vicolo della Salvezza.

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Redazione