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La caccia a Matteo Messina Denaro corre sul web, e in particolare su Facebook. Idea geniale quella degli investigatori, che si inseriscono sul solco dei passi falsi di Anna Patrizia Messina Denaro, sorella del superlatitante: la donna, infatti, usava molto il social network, aprendo un profilo dietro l'altro con nomi e foto falsi. È risaputo, peraltro, che la sorella gestisse la comunicazione con Messina Denaro e il traffico di pizzini.

Alcune volte, i giudici notarono decisioni prese quasi certamente dal superboss che non sarebbero passate dai soliti pizzini, ma da un mezzo più veloce. Ecco allora l'idea, da parte della Procura di Palermo, di controllare Facebook.

Dopo il lungo, necessario iter burocratico, un giudice americano ha permesso di entrare nei server di Facebook per controllare i profili di Anna Patrizia e in particolare le sue comunicazioni. Molte delle quali cancellate improvvisamente, nel dicembre 2013, poco prima che venisse arrestata.

Ma qualcosa pare sia rimasto: Facebook ha fornito una lunga lista di messaggi privati della Messina Denaro, oltre ad alcuni indirizzi Ip dei suoi corrispondenti. Gli inquirenti sperano che dietro uno di questi si celi proprio Matteo Messina Denaro. Del resto non si è mai capito come i pizzini arrivassero a Castelvetrano.