Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

01Non sono buone le notizie che arrivate solo due settimane fa dalla Banca d’Italia: le esportazioni sono in calo in Sicilia, rispetto ad un aumento nazionale dell’1%.

Secondo uno studio intitolato “Economie Regionali. L’Economia della Sicilia, Aggiornamento congiunturale”, volto a tastare il polso della economia della regione, la Sicilia si trova infatti fortemente penalizzata, soprattutto nel settore delle esportazioni.

I primi mesi del 2014 sono stati difficili, hanno infatti registrato un calo dell’11%, rispetto agli stessi dati, acquisiti lo scorso anno nello stesso periodo.
Bene le merci agricole, ma non abbastanza. Sono infatti sempre meno i prodotti siciliani venduti all’estero, soprattutto ai Paesi extraeuropei; e nonostante dunque l’eccellenza alimentare della Sicilia viaggi sicura, sono gli altri beni a destare preoccupazione, quelli del settore elettronico e farmaceutico, in particolare, che trascinano i dati delle esportazioni pericolosamente verso il basso.

Più contenuta è la riduzione all’interno della cerchia dei Paesi dell’Unione Europea, con picchi in Francia, Spagna, Regno Unito e Germania.
La situazione si rivela tragica soprattutto a fronte di un aumento delle esportazioni nazionali (l’1%) e di un calo delle vendite estere per quanto riguarda i prodotti delle altre regioni del Sud, che però non supera il 3%. Una differenza piuttosto marcata con la Sicilia.

Secondo lo studio, il vero problema è la competitività; le aziende del ‘made in Sicily’ sono in forte calo e non tutte riescono a far fronte ad una domanda e ad un mercato che è sempre più agguerrito. Difficile è per i piccoli produttori locali poter essere presenti all’estero, soprattutto se mancano le infrastrutture dedicate, che faciliterebbero il trasporto e lo spostamento veloce delle merci.

Ecco perché è necessario l’immediato intervento, sia dello Stato che dell’Unione Europea.
Unione Europea che non è per niente soddisfatta di come stanno venendo amministrati i suoi fondi; ecco perché in previsione del nuovo piano di aiuti, verranno messi appunto anche nuovi sistemi di vigilanza e controllo volti a capire effettivamente che fine facciano i contribuiti.

Il commissario europeo alle Politiche regionali, Corina Cretu, ha dichiarato durante la sua prima conferenza stampa di qualche settimana fa, la sua intenzione di mettere in piedi una task force volta a intervenire in quei Paesi in cui è stato registrato un più difficoltoso assorbimento dei fondi UE e in cui i risultati siano più difficili da notare.

Il gruppo d’azione si andrà ad affiancare alla mini-squadra presente in Sicilia dal 2012, assieme a quelle già operative, dallo stesso anno, in Calabria e Campania. «La mia missione è mitigare le differenze», ha dichiarato la Cretu, la cui esperienza viene «da un Paese dove sette aree su otto sono le meno sviluppate»

Autore | Enrica Bartalotta