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Tra i tesori gastronomici della nostra isola c’è il “Carduni vruricatu“, un ortaggio, noto anche come Cardo di Pioppo di Monreale, che con il suo gusto tenero e delicato è entrato oggi a pieno titolo nell’Arca del gusto Slow Food.

Grazie all’instancabile impegno della rete globale creata da Slow Food, da sempre in difesa della biodiversità, tesori come questo vengono di giorno in giorno individuati e dettagliatamente descritti con l’obiettivo primario di preservarli e diffonderne la conoscenza in tutto il mondo.

Che cos’è e perché si chiama così

L’insolito nome “Carduni vruricatu” (in dialetto siciliano vruricatu vuol dire interrato) nasce dalla sua caratteristica tecnica di coltivazione, l’eziolatura, un particolare processo di imbiancamento, tramandato dai coltivatori locali, che esalta il suo gusto distintivo.

La magia inizia nel sottosuolo, dove la pianta cresce al buio per quindici giorni prima del raccolto. Questo processo conferisce al cardo il suo caratteristico colore chiaro e quel particolare sapore che lo rende unico, a metà strada fra il dolce e l’amarognolo.

Questa tecnica consiste nel legare la pianta in due o tre punti e avvolgerla con cartoni, carta spessa o paglia prima di collocarla in buche profonde circa 50 – 70 cm. Questo processo non solo preserva il cardo, ma ne intensifica le caratteristiche organolettiche.

La pianta può raggiungere anche il metro e mezzo di altezza, ma non tutte le sue parti sono destinate al consumo. È possibile mangiare soltanto le foglie interne, chiamate coste, e i lembi dei gambi esterni, dopo aver liberato la pianta dalle piccole spine di colore chiaro e dai filamenti, preparando così il terreno per un’esperienza culinaria indimenticabile

I carduni vruricati sono originari soprattutto dalla frazione di Pioppo, nel comune di Monreale, disponibili in quantità limitate e possono essere gustati durante il periodo invernale, dalla festa dell’Immacolata fino al carnevale.

Come si cucina il Carduni vruricatu

Il Carduni Vruricatu può essere cucinato in diverse maniere. C’è chi preferisce bollirlo, chi lo sbollenta e lo condisce come se fosse uno sfincione e chi invece ama cucinarlo in pastella e assaporarne il gusto e la croccantezza ad ogni boccone.

Per chi desidera esplorare sapori più audaci, il cardo può essere consumato crudo, condito con semplice olio e limone.

Il Carduni Vruricatu non è solo un ortaggio, ma un’autentica espressione della cultura e della tradizione di Pioppo. La sua rarità e il processo di coltivazione artigianale, tramandato da pochi coltivatori locali, lo rendono un simbolo di eccellenza culinaria, ma anche un prodotto a rischio estinzione da tutelare e preservare.

Il Carduni Vruricatu racconta la storia di una terra che celebra la sua identità attraverso sapori unici e memorabili. Una ricetta della cucina povera e contadina, che continua ancora oggi a deliziare i buongustai, regalando un assaggio autentico di Sicilia.

La ricetta dei “cardi a sfincione”

Scopri come preparare i cardi allo sfincione, una delle tanti ricette del carduni vruricatu:

Ingredienti

  • cardi
  • cipolle
  • passata di pomodoro
  • caciocavallo a pezzi
  • acciughe
  • origano
  • sale
  • olio
  • pangrattato

Procedimento

  1. Pulire e lessare per 40-60 minuti in acqua e limone, in modo da renderli teneri;
  2. Bollire i cardi interi così da proteggere la parte interna;
  3. In una teglia disporre i cardi tagliati a pezzetti e aggiungere pomodori pelati, abbondante cipolla, pezzetti di sarda salata, pezzetti di caciocavallo e una spolverata di formaggio grattugiato e pangrattato;
  4. Aggiungere un po’ di origano e un filo di olio di oliva extra vergine;
  5. Infornare a 180° per 15 minuti circa.

Buon appetito!

Foto in evidenza da Depositphotos.com

Foto interna da Monreale Press