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Cresce la preoccupazione per il possibile grave rischio causato dagli alti livelli di antibiotici nel pollo. Un rapporto del ministero della Salute (riportato da Today.it) ha rivelato la presenza di livelli molto alti e preoccupanti di antibiotico-resistenza nella carne di pollo. 

Secondo il report del ministero, nei 709 campioni di pollo esaminati sono stati riscontrati i seguenti dati:

– 12,69% positivi alla presenza di Salmonella spp., una delle cause più frequenti di tossinfezioni alimentari nel mondo industrializzato in Italia;
– 72,92% positivi alla presenza di Campylobacter spp., prima causa di zoonosi trasmesse dagli animali all'uomo in Europa, il cui numero dei casi è probabilmente sottonotificato in Italia;
– 95,40% positivi alla presenza di Escherichia coli (microrganismo commensale che vive in simbiosi nell'intestino, ma che in particolari condizioni può diventare un patogeno opportunista) e ad alte contaminazioni (81,33%) da E. coli produttori di ESBL/AmpC, batteri che, secondo la relazione ministeriale, “destano preoccupazione per la salute pubblica, sia per la loro capacità di trasmettere i determinanti di resistenza ai principali agenti zoonosici (Salmonella) che per le loro potenzialità di agenti patogeni opportunisti nell’uomo”.

A preoccupare sono, come abbiamo anticipato, gli alti livelli di resistenza, anche multipla, agli antibiotici, compresi quelli di importanza critica per l'uomo. Secondo la Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani "i risultati rappresentano una situazione alquanto allarmante, soprattutto per alcuni antimicrobici quali tetracicline, sulfamidici, amminopenicilline e chinolonici".

La direttrice di CIWF (Compassion in World Farming Italia Onlus , un'associazione italiana no profit che lavora per la protezione e il benessere degli animali negli allevamenti), Annamaria Pisapia, ha spiegato che:

L’uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti di polli è necessario perché le difese immunitarie degli animali sono estremamente ridotte dalla selezione genetica e dalle condizioni di allevamento, tra cui le altissime densità. Il miglioramento delle condizioni ambientali da solo non basta a risolvere questo problema: solo lavorando anche sugli aspetti di selezione delle razze (optando per animali ad accrescimento più lento) e sulla riduzione delle densità sarà possibile ridurre l’uso di antibiotici e tenere sotto controllo il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che attualmente rappresenta una vera e propria minaccia per la salute pubblica. Nessun interesse commerciale dovrebbe avere la priorità rispetto alla salute dei cittadini italiani.