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In casa ce l'abbiamo tutti e oggi è il suo compleannoCe ne ricordiamo quando abbiamo i panni sporchi, che come è noto 'si lavano in famiglia'. Ma quelli veri. Infatti lei è la lavatrice è il suo compleanno, l'elettrodomestico con l'oblò compie 218 anni. Ma ben portati, sì perchè sono passati ben 218 anni da quando è stato depositato il primo brevetto di uno degli strumenti che ha rivoluzionato la società: la lavabiancheria.

Era il 28 marzo del 1797. E colui che ha firmato il primo progetto era un americano del New Hempshire, Nathaniel Briggs. Ma di che aspetto avesse o come funzionasse la sua macchina non sappiamo nulla perchè le fiamme hanno hanno distrutto ogni documento nell’Ufficio brevetti. A ben dire, altri  prototipi costruiti in quel periodo avevano un cestello in legno, che si azionava da una manovella, manualmente e che rendeva automatico lo sfregamento. 

A metà Ottocento, tra Stati Uniti e Inghilterra, comparvero le prime lavatrici meccaniche, funzionavano a vapore. Ma la vera rivoluzione si ebbe all’inizio del Novecento, quando negli States cominciarono a circolare le prime pubblicità di elettrodomestici di questa categoria. Chi fu ad avere il colpo di genio? Una donna, naturalmente, Alva Fischer, ed era nel 1906. 

In poco tempo la popolarità delle lavatrici esplose Nel 1928, in America, ne furono venduti  quasi un milione di pezzi, ma la crisi generata dal crollo di Wall Street ridusse in breve tempo il loro numero a 600mila unità. La lavabiancheria diventò un lusso per pochi e così in Texas nascono le prime “laundrette” o “laudromats”, termine coniato dall’autore americano George Edward Pendray per l’azienda Westinghouse, dove portare i panni a lavare per pochi centesimi. Nel 1940 il sessanta per cento dei 25 milioni di famiglie americane ha una lavatrice. 

Nel frattempo cosa accade a casa nostra, in Italia? I primi esemplari risalgono al 1946, lo stesso anno  – coincidenza vuole  – in cui le donne acquisiscono il diritto di voto. Fu il 'signor Candy' il padre della lavabiancheria Made in Italy alias Peppino Fumagalli, dell’omonimoe famoso marchio di elettrodomestici, scomparso il 9 marzo, a 86 anni. Poi fu la volta di Zanussi, nota col marchio Rex, e Indesit. 

Ed ecco che la lavatrice entra nelle case degli italiani:  i modelli dell’epoca sono basilari, hanno una struttura verticale e i panni si caricano dall’alto, sollevando il coperchio. La svolta è decisiva e dirompente, segna il passaggi odi un epoca tanto che nei manifesti  pubblicitari della Gripo, anno 1950, c’è una signora che se ne sta sdraiata sul sofà a guardare la tv mentre il cestello gira e la biancheria si pulisce da sola: uno dei grandi meriti della lavatrice è proprio quello di avere finalmente liberato le donne dalla schiavitù dei lavori domestici. Oggi i modelli sono tanti e l'industria produttrice è molto attenta e rispettosa dell'ambiente.

Dal 1999 sono nate le varie classi di risparmio energetico A, A+, A++ e A+++  con ciascun “+” ad indicare una riduzione del 10 per cento del consumo rispetto alla classe energetica A. Ma l'altra sfida da combattere è quella della crisi. Secondo i dati 2014 dell’Osservatorio Ceced, l’associazione che riunisce i produttori di elettrodomestici, la produzione di lavabiancheria in Italia è scesa del 10 per cento ma le vendite tengono. Il 2014 ha fatto registrare un +5,2 per cento ed è l’unico segmento in crescita, assieme a quello delle lavastoviglie e delle asciugatrici.