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Nuovi particolari sul caso di Noemi Durini, la 16enne uccisa dal fidanzato L.M. in Puglia. Gli inquirenti hanno recuperato un telefono che la ragazzina usò fino al mese di luglio. A trovarlo è stata la madre di Noemi. Lo smartphone è scarico, senza sim e senza scheda di memoria, ma questo non impedirà ai tecnici informatici di scavare nella sua memoria remota. La scelta del legale di rivolgersi direttamente alla Procura ha fatto sì che su questa possibile fonte di prova non penda il sospetto della mancata genuinità: al fascicolo, in altre parole, è stato acquisito lo smartphone così come lo avrebbe lasciato Noemi prima di passare al nuovo modello.

Mentre il presunto responsabile è recluso in un istituto penitenziario per minori, dove è seguito da uno staff di psicologi ed educatori, le indagini proseguono. La prossima tappa sarà una perizia informatica per stabilire quali elementi utili all’inchiesta potrà fornire quello smartphone. Chiaramente, qualora dovessero presentarsi foto, video, messaggi e localizzazioni, la situazione potrebbe cambiare notevolmente. Il 18 ottobre, intanto, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni, Ada Colluto, affiderà a due psichiatri l’incarico di stabilire le capacità di intendere e di volere di L.M. nelle circostanze in cui uccise Noemi.