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Sequestro Muos, non si cambia. "È certamente sussistente quantomeno per la prosecuzione dei lavori in epoca successiva all'annullamento del provvedimento di revoca delle revoche" la consumazione a livello indiziario del reato di abuso edilizio nella realizzazione di infrastrutture militari costituenti il Muos in Sicilia. Lo scrive la Cassazione, confermando il sequestro che è stato disposto con finalità di "salvaguardia dell'ambiente e della salute degli abitanti".

Per la Cassazione, non ha meritato l'accoglimento la tesi dell'Avvocatura dello Stato che, per conto del Ministero della Difesa, chiedeva l'annullamento della conferma del sequestro. Secondo l'avvocatura erariale, "il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana ha sostanzialmente sancito le piena regolarità urbanistica dell'opera e la validità dell'autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Caltanissetta e del nulla-osta dell'Azienda Regionale Foreste, residuando solo accertamenti su eventuali pericoli per la salute umana".

Nella sua memoria difensiva, l'Avvocatura dello Stato ha insistito nel dire che i rischi per la salute degli abitanti sono "del tutto estranei alle esigenze cautelari perseguite con il decreto di sequestro che esulano dalla contestazione provvisoria". La Cassazione ha replicato che la sentenza amministrativa non solo non ha affermato la illegittimità dei provvedimenti di revoca delle revoche, ma ha disposto "ulteriori accertamenti sui pericoli per la salute dell'uomo nell'insediamento in questione".

"Pericoli che – prosegue la sentenza 9950 della Terza sezione penale relativa all'udienza svoltasi lo scorso 21 gennaio – non sono certamente estranei ai valori tutelati dalle norme in materia paesaggistica e ambientale". "Va ricordato al riguardo – concludono gli ermellini – che l'ambiente non costituisce solo un valore estetico da salvaguardare nella sua staticità, ma luogo nel quale l'uomo esprime la propria personalità individuale e sociale senza pregiudizio per la salute, elevata a diritto fondamentale dell'individuo ed interesse della collettività". 

L'esultanza è arrivata praticamente da tutte le parti, soprattutto dagli ambientalisti, già sul piede di guerraDaniela Ciancimino, avvocato di Legambiente Sicilia, è raggiante: "Il verdetto serve a tutelare sia la natura che la salute dei cittadini, che vengono riconosciuti dalla Cassazione come diritti inalienabili. Tale decisione, quindi, può considerarsi una vittoria per i comitati che sin dal primo giorno si sono opposti alla realizzazione dell'impianto. In questo modo, infatti, non solo si può salvare una riserva naturale dal valore inestimabile, ma si confermano le perplessità sollevate dagli attivisti locali, cioè l'impossibilità di realizzare un mostro all'interno della Sughereta di Niscemi, zona di inedificabilità assoluta. La Cassazione, inoltre, evidenzia ancora una volta i rischi per i cittadini esposti alle onde elettromagnetiche".