Soltanto in Sicilia la lentezza diventa meraviglia, grazie alla Ferrovia Circumetnea, una delle linee ferroviarie più affascinanti al mondo, che collega la costa ionica al cuore pulsante del vulcano attivo più alto d’Europa. Parte poco più a sud di Taormina e, abbracciando il versante etneo, arriva fino a Catania, attraversando un territorio generoso, dove la forza del fuoco ha plasmato paesaggi unici e fertilizzato terreni oggi celebri per i loro vini vulcanici.
Dal 1895, il treno della memoria
Dal 25 settembre 1895, la littorina percorre senza fretta i circa 110 km del suo itinerario. Una linea a scartamento ridotto, testimonianza di un’epoca in cui il treno era mezzo d’incontro, scoperta e contemplazione. La stazione principale si trova a Catania Borgo, nella storica via Caronda, parte alta di via Etnea. Lì si conservano due locomotive storiche: la n. 10 “Mascali”, custodita in una rimessa, e la n. 14 “Meusa”, esposta all’ingresso della stazione. Quest’ultima trasportò anche lo scrittore Edmondo De Amicis all’inizio del Novecento.
Oggi, per salire a bordo della littorina bisogna recarsi alla stazione di Paternò (per il percorso orario) o a Riposto (per quello antiorario), raggiungibili da Catania tramite autobus o treno ordinario.
Paesaggi selvaggi e alture silenziose
Da Paternò a Randazzo, il treno attraversa una delle sezioni più suggestive e meno antropizzate del percorso. I centri agricoli di Paternò e Adrano conservano un’anima antica. Superate le gallerie, il paesaggio si fa rude e affascinante. A Bronte, patria del celebre pistacchio, si aprono campi coltivati a fichi d’India e pistacchieti in fiore, in un contrasto scenografico con la nera terra lavica.
Il punto più alto della ferrovia si tocca a Rocca Calanna, a 967 metri sul livello del mare. Dall’alto, l’Etna, con i suoi 3.333 metri, osserva e talvolta si fa sentire con borbottii e colate che modellano i pendii. Il paesaggio racconta il respiro profondo del vulcano.
Dal cratere al mare, passando per i vigneti dell’Etna
Da Randazzo a Riposto, il treno scende dolcemente verso il mare, aprendo scorci panoramici che si spingono fino a Taormina. Lungo questo tratto, i passeggeri possono scoprire alcune delle più interessanti cantine etnee. Qui si producono vini che solo vent’anni fa erano quasi sconosciuti, ma che oggi conquistano i mercati internazionali. Merito di un terroir ricco di minerali e di una nuova generazione di viticoltori attenti e appassionati.
Architetture ferroviarie e atmosfere sospese nel tempo
Viaggiare sulla Circumetnea significa anche attraversare gallerie storiche, ponti, viadotti ottocenteschi e piccole stazioni tinte di rosso mattone o giallo ocra. Le case cantoniere punteggiano il tragitto, evocando un Sud che custodisce ancora l’autenticità della propria storia.
Nel 1911 anche la regina Elena d’Italia salì a bordo del treno, accolta con entusiasmo popolare durante la sua visita a una dama di compagnia a Randazzo. La ferrovia, allora come oggi, rappresenta un legame tra la gente e la terra.
Un viaggio tra silenzi e contrasti
Oggi la Circumetnea è l’unica ferrovia a scartamento ridotto ancora in funzione in Sicilia. È un’opera viva, che racconta un territorio un tempo isolato, oggi aperto anche ai turisti più curiosi. Il treno attraversa vigneti ordinati, frutteti assolati, boschi e cantine innovative. Durante le soste nelle stazioni più isolate, si può percepire un silenzio assoluto, quasi surreale, rotto solo dal vento e dai suoni della natura.
Il paesaggio offre contrasti mozzafiato: il nero della lava contro il bianco della neve, il giallo delle ginestre che incontra l’azzurro del mare. Un mosaico cromatico che rapisce lo sguardo e rinnova lo stupore a ogni curva.
Per vivere l’esperienza in littorina è consigliabile viaggiare nei giorni feriali: la linea non è operativa la domenica né nei festivi. Tutte le informazioni su tratte e orari sono disponibili su www.circumetnea.it.
