Uniti come fratelli, anzi, come compari. Quella del Comparatico in Sicilia è una tradizione antica, che continua a mantenersi viva in diverse località. Difficile spiegare cosa rappresenti questo legame. Diverso da un legame di sangue, è basato su una fiducia reciproca e viene sancito da alcuni rituali che legano per sempre i due “contraenti”. Entrambi si impegnano a sostenere ed aiutare l’altro in caso di necessità e, in generale, a camminare accanto lungo il percorso della vita. Il valore quasi sacro del comparatico e del commaratico appare evidente quando si approfondiscono le tradizioni di questo legame, che lo collegano alla figura di San Giovanni.
Ecco alcuni modi per stringere Comparatico:
I primi due modi sono misti, ossia un uomo può divenire compare di una donna e viceversa, mentre il terzo viene solitamente usato per il comparatico di due soggetti dello stesso sesso.
Il più forte fra i vari comparatici è quello di San Giovanni, in cui si affida la propria amicizia al Santo. Perché si decida di diventare compari o commari presupposto essenziale è uno stretto legame d’amicizia e una profonda fiducia. A Barrafranca, in provincia di Enna, San Giovanni Battista si celebrava tradizionalmente con pratiche diverse dalle classiche processioni. La tradizione barrere, infatti, è quella del comparatico. Si affida la propria amicizia al Santo (da qui deriva il carattere sacro del vincolo che assumono i due compari), stringendo un vincolo che rimane valido fino alla morte. Questa tradizione è conosciuta come “u cumpari e sangiuvanni“. Coloro che vogliono diventare compari si mettevano uno di fronte all’altro e ripetevano una particolare formula.
Fonti: Wikipedia e Radioluce.it.