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Terzo appuntamento dedicato alla scoperta del cinema astratto quello in programma giovedì 5 maggio alle ore 18 presso l'Aula 12 del Conservatorio di Palermo in cui Marco Milone, studioso di cultura giapponese e curatore di rassegne dedicate al cortometraggio sperimentale d'autore e al cinema muto, parlerà dell'evoluzione dell'arte cinematografica di Jordan Belson attraverso l'analisi di alcuni tra i suoi lavori più significativi.

Poco noto al grande pubblico del cinema, il cinema “astratto” o cinema “puro” si caratterizza, oltre che per l'assenza di una vera e propria materia narrativa, per la peculiare relazione che si instaura tra le immagini e la musica che, andando oltre la funzione di “commento” che solitamente connota la musica per film, diviene parte fondamentale dell'opera.

L'occhio di Jordan Belson è come una telecamera che scava nel profondo, senza indicare un punto nella realtà esterna: si concentra sempre più verso la dimensione nascosta, lasciando emergere aree inesplorate dello spazio invisibile. L'immagine assume caratteristiche allucinatorie mentre l'elemento “tempo” prende un ruolo centrale. Si avverte la modulazione dell’immagine, come fosse un suono. Il risultante flusso delle immagini, accompagnato da musica, evoca un complesso sinestetico microcosmo/macrocosmo, che si riferisce alla quarta dimensione spirituale: lo spettatore si ritrova, dunque, immerso a viaggiare insieme all’artista, esplorando luoghi non-materiali, riadattando i propri sensi, allontanando la percezione visiva nel senso cinematografico, e adattandola a una raffigurazione più pittorica.

 

 

Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Informazionie www.conservatoriobellini.it – T.  091.580921 – 091.582803

 

 

 

 

editoriaestampa@conservatoriobellini.it