PALERMO – "C'è una grande ipocrisia sulle carceri, ci vantiamo di non avere la pena di morte quando i suicidi che si registrano in cella sono il triplo rispetto ai decessi dei paesi in cui vige la pena di morte. Nel mio braccio ho assistito a 7 suicidi, l'ultimo aveva scontato 25 anni e gli mancava solo un anno per uscire. Adesso però le celle si chiamano 'camere di pernottamento', il prossimo problema lo risolveremo chiamando i detenuti 'diversamente liberi'". A parlare è Salvatore Cuffaro nel corso di un incontro al carcere minorile Malaspina di Palermo.
Tema dell'incontro il diritto all'oblio e il ruolo dei media nel tutelare i diritti della persona e la privacy. Ancora Cuffaro: "Non possiamo confondere il diritto all'oblio con la facoltà di poter cancellare le cose che non ci piacciono. Non rinnego niente, né l'esperienza di presidente né quella di detenuto, ognuno deve riconoscere la propria storia per migliorare la propria vita. Il diritto all'oblio ha senso se diventa una scelta del paese che non considera il passato di quella persona un crimine, a patto però che questi non torni a commettere gli stessi errori".
Sulla politica in tema di detenzione l'ex governatore ha detto: "Finora sono stati fatti tre decreti inutili, i cosiddetti 'svuota carceri', e solo dopo i richiami di Strasburgo. L'ultimo, peraltro, rimasto totalmente inapplicato e secondo il quale io sarei potuto uscire nove mesi prima. Alcuni problemi devono essere risolti dal parlamento, che però è composto da persone in cerca di consensi che non vogliono prendere decisioni impopolari. Non servono altre leggi, sulle quali comunque manca il consenso necessario: basterebbe usare del buon senso e trattare le storie del carcere come delle anime e non solo come corpi".