Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

nuovo-1di Angela Marino

Enza era una bella bambina di Siculiana (Ag), ha passato un’infanzia ed un’adolescenza serene circondata dall’affetto e dal calore della sua famiglia e si è sposata a 20 anni.
Da questo momento la sua vita diventa piuttosto movimentata, la giovane coppia vive per un paio di anni in Germania, poi torna in Italia dove fonda il primo albergo-ristorante del suo paese natale, poi emigra definitivamente in Belgio dove vive da trenta anni gestendo un bel ristorante in cui ,il lunedì, si mangia italiano, anzi siciliano.
Enza è una brava  cuoca e si diverte tra i fornelli a deliziare e stupire  gli avventori con le pietanze della nostra terra…ma jn tasca ha sempre un blocchetto di carta ed una penna e, tra un manicaretto e l’altro, vi scarabocchia i suoi pensieri: una volta è una struggente poesia, una volta un ricordo d’infanzia, una volta una storia o una filastrocca che aveva sentito mille volte da bambina…
Enza Doria scrive in un buon italiano semplice e pulito, ma più spesso in siciliano, anzi in siculianese e i suoi scritti sono limpidi e trasparenti come lei…
Un’amica la convince a pubblicare il contenuto di questi “pizzini!”: ed ecco i suoi pensieri materializzati in due libri : “ U tempu ca passa” e  “ Uno sguardo dalla finestra”.
 
Ed ora una  divertente storiella tratta da “ U tempu ca passa” :
“ LU DUTTURI MANGIAPETRI
La zia Tinicchia ci vieni la frevi picchì aviva un jtu mpustimatu; chiamaiu li dutturi Mangiapetri pi ci la fari passare in brevi.
Lu dutturi appena la vitti ci dissi. “Gnura Tinicchia cca la cosa è gravi, ci voli tanti jorna pi passariti, ci voli na cura speciali, tutti li jorna v’aiu a visitare”.
Gnura Tinicchia tutta preoccupata ci dissi: dutturi, facili chiddu ca ci voli picchi accusi iu nun pozzu stari.” Lu dutturi Mangiapetri tutti li jorna la jva a visitari, lu mali a Tinicchiedda un ci passava mai.     
Un jornu, dopu quasi un misi, lu dutturi Mangiapetri nun la potti visitari e ci mannò a so figghiu Franciscuzzu. 
“ Signù ditimi unni aviti mali”. “Cca stu jtu mi dà li trumenti amari.” “Facitimi vidiri! Ma chissu è nenti, aviti na spina e vi l’aiu a livari”. Lu dutturi Franciscuzzu ci tirau ‘a spina e ci dissi. “Ora,signù, faciti tutti i jorna bagni d’acqua cavuda e sali; iu un c’è bisognu ca vegnu dumani”.
Gnura Tanicchia fici comu ci dissi lu dutturi. Quannu Franciscuzzu iu ni so patri ci dissi: “chissu  era tuttu lu mali ca tutti li jorna la ivatu a visitari? Avia sulu na spina ni lu itu, iu ci la tiravu e lu mali ci passaiu.” Lu dutturi Mangiapetri rispunnì a Franciscuzzu: ora pezzu di babbu, finisti di guadagnariti lu pani”.
 
L’autrice ha pubblicato esclusivamente in siciliano, io mi sono permessa di aggiungere una traduzione in italiano per renderlo comprensibile anche dai non siculi.
“IL DOTTORE MANGIAPETRI.
Alla zia Tinicchia venne la febbre, perché aveva un’infezione al dito; chiamò il dottor Mangiapetri perché la guarisse in fretta. il dottore appena la vide le disse:” Signora Tinicchia, qui la cosa è grave, per guarire saranno necessari tanti giorni, è necessaria una cura speciale , e io  vi devo visitare tutti i giorni. La signora Tinicchia molto  preoccupata gli disse: “Dottore, fate quello che è necessario perché io non posso restare in queste condizioni.” Il dottor Mangiapetri andava  a visitarla tutti i giorni ma il male a Tinicchiedda non passava mai. Un giorno, dopo quasi un mese,il dottor Mangiapetri non poté andare a visitarla, e mandò suo figlo Franciscuzzu.
“Signora ,ditemi,, dove vi fa male? “ “Qua, questo dito mi provoca tormenti insopportabili!” “Fatemi vedere! Ma non è niente, c’è una spina, ve la tolgo “. Il dottor Franciscuzzu le tolse la spina e le disse: “Signora, ora dovete fare al vostro dito delle abluzioni in acqua calda e sale e non c’è più bisogno che io torni domani”. La signora Tinicchia seguì la prescrizione del dottore. Quando Franciscuzzu andò da suo padre gli disse:”Era questo tutto il male per cui andavi  a visitarla ogni giorno? Aveva solo una spina nel dito, gliel’ho tolta e tutto è passato.” Il dottor  Mamgiapetri gli rispose: “ Pezzo di scemo! così hai finito di guadagnarti il pane”.
 
Piaciuta? A me molto… ecco anche due brevi  poesie in italiano, tratte da “ Uno sguardo dalla finestra”,
Queste non hanno bisogno di traduzione alcuna
 
LA POESIA – Mi rifugio in te – sei la mia passione, –  sei la mia compagnia, – sei la mia musa. – Estrinseco i miei pensieri. – Mi dai gioia di vivere, – mi fai dimenticare – le avversità del quotidiano, – mi dai forza, – mi dai armonia, – sei tu la mia compagnia.
 
E ancora:
 
ESSERE MAMMA. – Come un granellino . vivi dentro di me, – diventerai un uomo,  – un vero uomo, – il mio amore per te – sarà un crescendo di emozioni, –  l’emozione che porto dentro, –  l’amore eterno di mamma.