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Donazione degli organi: il consenso è scritto nella carta di identità

Forse non tutti lo sanno, ma da qualche anno, anche in Italia è possibile dichiarare in vita le proprie volontà in fatto di donazione degli organi e dei tessuti e, tale scelta, sarà visibile sulla carta di identità di ogni individuo che ne fa esplicita richiesta presso il Comune di Residenza o gli enti accreditati.

Facendo un breve riepilogo della situazione in Italia, sappiamo che:

Il principio del silenzio assenso (capo II, Legge 1 aprile 1999, n. 91) in Italia non è ancora applicabile, perché non esiste un’anagrafe informatizzata dei cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale che permetta la notifica ad ogni cittadino, da parte di un Pubblico Ufficiale, di un modulo per la dichiarazione di volontà in cui si informa lo stesso che, in mancanza di una esplicita dichiarazione, si presume il consenso alla donazione. 

In questa stessa condizione, dove il silenzio non equivale all'assenso e dove non vi è nessuna volontà di donazione espressa in vita – come sappiamo – sono i familiari a fare richiesta di donazione e procedere (ove possibile) con l'espianto.

Ma c'è una terza ipotesi, che forse ancora poche persone conoscono.

In Italia, nei comuni abilitati, l'Ufficio Anagrafe può raccogliere e registrare la dichiarazione di volontà sulla donazione di organi e tessuti. Questa nuova opportunità di espressione della dichiarazione di volontà offerta ai cittadini è un aiuto in più per velocizzare la macchina di salvataggio con la quale – ogni anno – milioni di persone, ricominciano a vivere.