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Una dottoressa ha subito una violenza da un suo paziente mentre era in servizio in guardia medica. Per vergogna non ha deciso subito di denunciarlo e lo ha fatto solo 9 mesi dopo, quando le persecuzioni e le minacce crescenti cui l'uomo la sottoponeva sono diventate insostenibili. Per la legge lo ha fatto troppo tardi, perché il termine è di 6 mesi: così il presunto aggressore, arrestato il 13 novembre scorso, non solo è stato scarcerato, ma non potrà nemmeno essere processato per la presunta violenza sessuale. In sostanza il reato è improcedibile per querela tardiva.

L'uomo, un 51enne pugliese residente in Campania, resterà ai domiciliari con il braccialetto elettronico, e dovrà rispondere solo di stalking. Vittima di questa vicenda è una dottoressa 47enne che nel settembre 2017 ha denunciato l'uomo per la presunta violenza e per stalking. Gli atti persecutori sarebbero iniziati nell'ottobre 2016 e avrebbero costretto nei mesi successivi il medico a cambiare tre diverse sedi di lavoro fino a quando, temendo per la propria incolumità, la donna ha deciso di rivolgersi alla polizia.

Stando a quanto ricostruito dalla Procura di Bari, la dottoressa sarebbe stata vittima di "un'opera di lenta e crescente persecuzione", da parte dell'uomo che sarebbe arrivato "a maturare una vera e propria ossessione" nei suoi confronti. A concedere i domiciliari al 51enne sono stati i giudici del Tribunale del Riesame in applicazione della legge che dispone il termine di 6 mesi per la presentazione della querela per violenza sessuale.