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01L’aquila fasciata di Vieillot, dal nome del suo classificatore, l’ornitologo francese Louis Jean Pierre Vieillot, viene anche detta di Bonelli, in onore allo studioso italiano dell’Ottocento, Franco Andrea Bonelli.

In volo, è riconoscibile da altri rapaci per la macchia bianca che ha sul dorso; la colorazione del resto del piumaggio, varia con l'età, ma va da una prevalenza di bruno rossiccio con ventre chiaro striato a macchie più scure. La femmina ha una taglia media di 70 centimetri, per un peso di quasi 2000 grammi, mentre il maschio è più piccolo: non supera i 1500 grammi e i 65 centimetri.

L’aquila fasciata si alimenta prevalentemente di piccoli mammiferi, ma anche di uccelli, che cattura molto facilmente in volo.
Il corteggiamento inizia in dicembre; la deposizione delle uova avviene già da metà febbraio. Durante il periodo dell’accoppiamento, la sua dieta è costituita per quasi il 50% da conigli selvatici.
È facile imbattersi in nidi di aquila fasciata, presso le praterie o le aree adibite all’agricoltura e al pascolo, caratterizzate da zone di vegetazione arbustiva mediterranea. Questo volatile è dunque tipico di Africa, Europa, delle zone che caratterizzano l’Asia meridionale, e di alcune isole del nord dell'Oceania; in Italia si trova soltanto in Calabria, Sicilia e Sardegna, anche se di recente è stato confermato un avvistamento entro i confini del Piemonte.

In Italia, è una specie a forte rischio d’estinzione, a causa della pratica del bracconaggio, ma anche dell’abbandono delle aree agricole e della conseguente trasformazione degli habitat. Una delle ultime dieci coppie risiede presso la Riserva naturale orientata dello Zingaro, in provincia di Trapani, assieme ad altre specie protette dell’avifauna, quali il falco pellegrino e il corvo imperiale, oltre a mammiferi come il coniglio selvatico, la volpe e l’istrice.

Presso la zona della Riserva, era stata segnalata anche la foca monaca (l’ultimo avvistamento è del ’72). Ad oggi qui vengono protetti e ivi risiedono, il rarissimo granchio di acqua dolce, un crostaceo dal manto marrone-grigio, con macchioline giallastre, che vive nei torrenti dove si scava delle tane. Spesso, è facile trovarlo anche in gruppi di una decina di esemplari, ed è in grado di spingersi per diversi metri presso la terraferma. L’accoppiamento avviene a seguito di vere e proprie lotte rituali;  l’ovodeposizione, tra giugno e settembre.

Oltre alle numerose specie endemiche di tipo vegetale, alcune delle quali caratteristiche solo ed esclusivamente dell’area dello Zingaro, di queste zone è anche una popolazione di Vanessa atalanta, l’unica farfalla che sverna in questi luoghi anche allo stato adulto. Dal manto marrone scuro con striature arancio, e piccole macchie bianche nella parte superiore delle ali, vive normalmente in zone temperate e si ciba, allo stato di bruco, di foglie di ortica, mentre da adulta, preferisce le inflorescenze e frutta in avanzato stato di maturazione.

Autore | Enrica Bartalotta