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Foto di Marco BelfioreIl cirneco dell’Etna è un cane di tipo Spitz e primitivo da caccia, le cui origini si dice risalgano al 1.000 a.C.

Si dice infatti che derivi dai cani dei Faraoni egiziani delle ultime dinastie, e da cani importati in Sicilia dai commercianti fenici. Successivi studi hanno indicato che però, molto probabilmente, il Cirneco (o cinneco) è invece una razza autoctona della regione.

Il cirneco dell'Etna appartiene alla classe dei cani da caccia di tipo primitivo; è dunque un animale molto veloce, per questo viene impiegato, ed è particolarmente adatto, nella caccia al coniglio selvatico e alla lepre.
Ha figura snella, gambe lunghe, muso allungato ma corto e orecchie dritte, ma un corpo molto muscoloso e al contempo elegante.
Ha un aspetto dunque molto simile a quello dei levrieri ma non caccia a vista bensì a olfatto; ha infatti un fiuto eccezionale, che lo rende velocissimo nel cambiare direzione, quando si tratta di inseguire la preda. Secondo la classificazione della Federazione Cinologica Internazionale (F.C.I.), tutti i cani della razza del levriero rientrano nel 10º gruppo; il cirneco è dunque inserito nel 5º Gruppo, quello delle razze di tipo primitivo, che cacciano come i cani da cerca.

Raggiunge un'altezza di 46-50 cm se maschio; le femmine misurano invece dai 42 ai 46 cm. Il peso del maschio si aggira intorno ai 10-12 kg, mentre le femmine non superano i 10 kg. Il cirneco ha una costruzione quadrata ma una massa muscolare che costituisce circa l’80% della sua agile corporatura. È snello e slanciato, ed è così veloce da essere in grado, in corsa, di raggiungere persino i 40/45 km/h.

I colori del suo mantello vanno dal sabbia dorato al marrone scuro; alcuni esemplari presentano anche macchie bianche lungo tutto il corpo. Sebbene molto rari, ne esistono anche di colorati bianco-arancio (come nel setter inglese) e bianco puro. Il colore riconosciuto dagli standard di razza è il fulvo, più o meno intenso, con lista bianca in fronte, sul petto, piedi bianchi, punta della coda e ventre bianchi.

È dotato di grande intelligenza, ed è un cane solitamente indipendente e solitario. Generalmente diffidente con gli esseri umani, si affeziona ad un solo padrone. Con gli altri cani non socializza e alla loro vista abbaia, con altri invece è meno diffidente e socializza, a volte da subito: si direbbe che sia in grado di riconoscere le sue simpatie e antipatie a pelle, ma se abituato fin da cucciolo, è in grado di essere gioioso e socievole come un cane segugio.

Se cresciuto in un ambiente familiare, riuscirà dunque a socializzare serenamente con altri cani e persone, mentre in campagna, sarà avvezzo a perlustrare la zona e a ritornare immediatamente sotto l’egida del padrone, il solo umano di cui si fida. Prima di lasciarlo libero, occorre aver costruito un lui un rapporto sereno e di fiducia.

Il cirneco è un cane primitivo, e dunque rispetto ad altri animali domestici, porta rancore se trattato male, non dimentica facilmente un torto subito e non sopporta di essere rimproverato con eccessiva durezza.
Gli esemplari di questa razza hanno una vita media molto elevata; possono arrivare a raggiungere i quindici anni se non i venti anni d’età.

Molti esemplari di questa razza presentano sul petto una macchia bianca a forma di stella. La forma delle dita e la robustezza dei cuscinetti lo rendono un esemplare in grado di camminare facilmente fra le rocce vulcaniche.
Una curiosità: nel film “Agorà” del regista cileno Alejandro Amenabar, Rachel Weisz, si rivolge a un cirneco dell'Etna apostrofandolo con la frase: «Non ho mai avuto un vero amico, a parte te».

Autore | Enrica Bartalotta

Foto di Marco Belfiore

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