Chi non ha notato che le nostre città pullulano sempre più di piccioni e gabbiani? Queste specie di volatili, che non sono certo famosi per il loro essere apprezzati dai più, possono infatti essere anche causa di problemi in qualche situazione. Per motivazioni igieniche o anche di sicurezza. Ed è per questo che sono saliti alla ribalta due cugini siciliani e imprenditori, Davide e Pasquale Li Gambi, che con la loro attività cercano di ovviare al problema quando è richiesto il loro intervento.
I Li Gambi infatti, hanno fatto della loro passione giovanile un business: sono falconieri. E i falchi, accuratamente addestrati, sono preziosi per le “bonifiche” di zone pubbliche prese d’assalto da piccioni, gabbiani o storni. Come capannoni industriali, aeroporti, o piazze cittadine, in cui a presenza massiva di tali specie rende spesso ingestibili alcune situazioni.
E se nel caso dei capannoni la questione è prevalentemente igienica, nel caso dello spazio aereo aeroportuale diviene anche una questione di pubblica sicurezza. Ed è così dunque che interviene, quando richiesta, la Bird Control Unit dei Li Gambi, impresa nata a Mazzarino (CL) una decina di anni fa e che ha ottenuto già con commesse di un certo livello. Come ad esempio tenere libero lo Stadio Renzo Barbera dove il Palermo tiene i suoi incontri casalinghi o gli impianti petrolchimici di Augusta, o la centrale Enel di Termini Imerese.
L’attività, assicurano i due soci, è in via di espansione e di investimenti ulteriori. Secondo loro inoltre, questo tipo di lavoro è assolutamente compatibile dal punto di vista ambientale, ed è pure a impatto praticamente zero. Può prevenire situazioni come quelle viste più volte in una città come Roma, in cui in autunno il comune è sempre costretto a chiudere alcune zone del centro, soprattutto sul Lungotevere, per la presenza massiva di storni e di guano. E poi, cosa molto importante, gli uccelli “nemici” non vengono neutralizzati, eliminati: ne è previsto solo l’allontanamento.
Sfatando il mito che la falconeria sia attività cruenta e sanguinaria. Nonostante tutto sembri procedere bene però, qualcosa potrebbe ancora migliorare. I due cugini hanno sottolineato come non esistano finanziamenti del ministero delle politiche agricole per questo tipo di attività. Che sarebbe pure un’ottima occasione occupazionale per molti ragazzi siciliani, in una regione martoriata da dati impietosi di disoccupazione. Vedremo cosa succederà.