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Lo showman siciliano Rosario Fiorello ha vinto in Cassazione un ricorso contro il Fisco, che riteneva che per i suoi spettacoli avesse una struttura stabile e organizzata per la quale avrebbe dovuto pagare le tasse. Secondo gli "ermellini", invece, è da accogliere l'obiezione del popolare conduttore che ha fatto presente di essersi solo avvalso dei servizi "di una truccatrice occasionale e di due autori di testi", e di non avere alcun tipo di stabile organizzazione sulla quale dover pagare l'Irap.

Per la Cassazione, inoltre, il fatto che Fiorello abbia pagato 125 mila euro di tasse in tre anni – la controversia fiscale riguarda gli anni 1998-2001 – non può essere usato come una prova contro di lui. Si tratta della seconda occasione in cui questa 'querelle' approda alla Suprema Corte e ora il caso deve tornare all'attenzione della Commissione Tributaria del Lazio. Il verdetto depositato ieri è contenuto nella sentenza 20863.