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La tomba della famiglia Florio si trova nell’area monumentale del cimitero di Santa Maria di Gesù, a Palermo. La cappella Florio è stata creata su progetto di Giuseppe Damiani Almeyda, che aveva ricevuto l’incarico da Ignazio Florio: all’architetto venne chiesto di costruire un mausoleo per Vincenzo Florio (1799-1868) e per la sua famiglia.

L’edificio ha una base quadrangolare e spicca sulle altre tombe, grazie all’altezza. È circondato da pini e ha intorno un piccolo giardino recintato, che la fa risaltare ulteriormente. Un piccolo pronao con colonne ioniche precede la facciata. Sull’architrave campeggia il nome “Vincentio Florio“, mentre sul secondo piano della facciata ci sono due riquadri, che riportano passi dell’Antico Testamento. Sulla sinistra, “Fleverunt eum omnis populus… planctu magnu” (Furono in gran lutto e fecero lamenti per molti giorni) mentre, sulla destra, “Numquid inveniemus aliquem virum talem?” (Troveremo un altro come lui?)

Davanti la porta di ingresso c’è un leone in marmo bianco, simbolo della famiglia, scolpito da Benedetto De Lisi nel 1870. Il sepolcro si compone di due parti, la cappella e la cripta, quest’ultima illuminata all’interno dalla luce proveniente da una finestra ovale. Il pavimento è in marmo e, nella piccola abside, si trova un altare in marmo bianco, sorretto da quattro colonne lisce e sormontato da 3 immagini dipinte sulla pietra e circondata da cornici in marmo.

Palermo, cimitero di Santa Maria di Gesù
Palermo, cimitero di Santa Maria di Gesù – Foto Stendhal55 – Own work, CC BY-SA 4.0.

Le immagini sono state realizzate da Giuseppe Pensabene (1831-1913): la prima è una donna vestita di bianco che tiene una croce: rappresenta la religione. La seconda è Gesù Cristo che benedice con la mano destra. La terza è un’altra donna che simboleggia l’operosità. Sotto di esse vi sono le parole Via, Veritas, Vita e sull’altare un crocifisso e dei candelieri di ferro.

Nel 1892, Rosario Dottore parla di dieci sepolture presenti, cinque per lato, semplici e chiuse da una lapide di marmo bianco. A destra la madre di Vincenzo Florio e la madre di Ignazio; il Conte e la Contessa di Gallitano. A sinistra padre e zio di Vincenzo: il figlio del Sen. Ignazio, Vincenzo, morto a 14 anni. Le altre sono vuote. Oggi vi sono anche sepolti Ignazio Florio e la moglie Franca Florio, Vincenzo Florio e la moglie Luce Florio.

Alla cripta si accede dall’esterno, attraverso un ingresso sormontato dalla scritta Florio, realizzato in un secondo tempo, nel 1888. Originariamente la cripta era inaccessibile. La stanza è poligonale, con un tetto alto, e ha un pavimento in marmo, con un piccolo altare, crocifisso e candeliere. Nel centro si trova un’urna in marmo bianco, dove sono contenute le ceneri di Vincenzo Florio.

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