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Galleria Postoleone: il segreto degli austriaci a Mongiuffi Melia

Il territorio di Mongiuffi Melia, nel Messinese, riserva molte piacevoli sorprese. Immerso in una verde valle ricca di platani, vigneti e uliveti secolari è costituito da due piccoli borghi caratteristici, uniti tra loro da un ponte che sovrasta il fiume Ghiodaro. Osservando le foto panoramiche c’è un dettaglio che salta immediatamente all’occhio: un singolare tunnel, dalla forma insolita. Si capisce subito che non è stato scavato con mezzi moderni ma che, invece, è stato creato dalle mani e dal lavoro dell’uomo. Proprio quel tunnel, la Galleria Postoleone, custodisce una storia molto particolare, che oggi scopriremo insieme.

La storia della Galleria Postoleone

Ma procediamo con ordine e, anzitutto, localizziamo gli episodi da un punto di vista temporale. Siamo nel periodo della prima guerra mondiale, nel 1916 per essere precisi: la galleria fu scavata per favorire il collegamento tra mare e monte: doveva collegare Letojanni a Melia e l’antico borgo di Mongiuffi (ai tempi erano separati). A realizzare quel tunnel furono 300 soldati austriaci, che gli diedero le caratteristiche delle gallerie scavate nelle Alpi. Lo fecero a mani nude e con attrezzi rudimentali. I racconti tramandati da una generazione all’altra riportano che, ogni giorno, li si sentiva cantare, mentre risalivano a piedi la Valle del Ghiodaro. La loro presenza accese la curiosità della popolazione locale e di alcune ragazze.

La galleria venne aperta nel 1918 e gli austriaci tornarono a casa. Ma non tutti. Alcuni, infatti, decisero di rimanere a Mongiuffi Melia, insieme alle donzelle del luogo che avevano conosciuto. Molti anni dopo, i discendenti degli austriaci fecero una rimpatriata con la popolazione locale. Furono portate alcune foto dell’epoca che ritraevano alcuni degli austriaci durante i lavori, in piccole stanze scavate nella roccia. Ma che ne è stato di quelle stanze? In effetti, nel corso dei lavori di scavo per alcuni lavori alla rete fognaria, venne trovato un tombino d’accesso alle stanze, ma questo fu chiuso e seppellito. Non è più stato possibile ritrovarlo.

Redazione