PALERMO – Patenti facili a Palermo, arrivano le condanne della Cassazione per 21 persone nell'ambito dell'operazione "Easy Driver". Per due persone, pene appena sopra la soglia della condizionale, ma non andranno in carcere perché sono comunque sotto i 3 anni e potranno ottenere misure alternative alla detenzione; gli altri 18 fruiranno invece della sospensione, perché devono scontare meno di 2 anni. Ci sono poi 4 imputati che se la cavano per un cavillo: non avevano rinunciato alla presenza in aula, ma una citazione errata aveva impedito loro di andare in udienza. Il processo sarebbe da rifare, ma per loro scatta la prescrizione.

Antonino Nobile dovrà scontare 8 anni e 9 mesi, a cui va sottratto circa 1 anno da lui già trascorso fra carcere e arresti domiciliari. Poi ci sono Sergio Bosco e Giuseppe Licata, che hanno avuto 2 anni e 8 mesi ciascuno; poi Francesca Schicchi, 1 anno e 9 mesi; Paolo Bruno, Sergio Maria Giovanni Cinà, Paolo Coniglio, Salvatore Di Benedetto, Francesco La Porta, Antonino Loria, Massimo Musotto, Salvatore Nave, Giovanna Passavia, Rosa Provino, Salvatore Saitta, Alfredo Maurizio Valenza, Giovanni Battista Valenza, Giuseppe Maria Valenza e Michele Cardinale: per loro la pena è di un anno e 4 mesi ciascuno; Giuseppe Coltelluccio, un anno; Giuseppe Messina, 4 mesi. Salvati dal cavillo

L’annullamento senza rinvio e la conseguente prescrizione sono scattati per Antonino Filippone, che era stato condannato a un anno e 4 mesi, per Rosario Sole e Giuseppe Sole (11 mesi) e per Giuseppe Patti (4 mesi). I loro difensori hanno fatto valere le norme garantiste sul diritto di difesa: nel giudizio di appello, concluso il 19 maggio 2016, avevano eccepito la nullità di un paio di udienze, alle quali i loro assistiti non avevano potuto partecipare perché non risultava che fossero stati citati regolarmente.

A Nobile i soldi arrivavano all’interno di pacchetti di sigarette e lattine, oppure venivano lasciati nei cassetti aperti. Il funzionario avrebbe intascato in media 100 euro per dare corsie preferenziali alle pratiche raccomandate: così, a poco a poco, aveva incassato migliaia e migliaia di euro. Nel corso dell’indagine e del processo aveva fatto ammissioni parziali, poi ritrattate. Prima di costituirsi ha ribadito di non avere preso soldi: "Ero un funzionario efficiente e chiudevo le pratiche nei tempi giusti e in modo regolare. Nessun obolo, nessuna regalia".

CLICCA SUL PULSANTE IN BASSO PER VEDERE TUTTE LE FOTO DEI CONDANNATI