C’è un angolo della Sicilia dove la costa si apre in silenzio, senza clamore, e rivela qualcosa di inaspettato. Un luogo rimasto fuori dalle rotte del turismo di massa, conosciuto solo da chi sa guardare oltre l’asfalto, tra i tornanti di una provinciale sempre affollata.
Ed è proprio lì, tra Bonagia e Pizzolungo, a pochi passi da Trapani, che si nasconde uno dei tesori più sorprendenti del litorale trapanese.
Le chiamano le grotte del Nono Chilometro, ma in pochi le conoscono davvero.
Le grotte nascoste sotto l’asfalto
Le curve del Nono Chilometro sono famose per il traffico, per il panorama mozzafiato, per il rumore continuo delle auto che corrono tra Trapani e San Vito Lo Capo. Pochi sanno, però, che, proprio sotto l’asfalto, si aprono cavità marine spettacolari, accessibili solo a chi ha voglia di scoprire.

La prima è stretta, sinuosa, quasi segreta. Al suo interno, in fondo, c’è una minuscola spiaggia di ciottoli finissimi, nascosta tra le rocce, che sembra fatta apposta per fermarsi e dimenticare il mondo esterno. Il tetto si abbassa man mano che si avanza, fino a chiudere lo spazio in una sorta di stanza segreta. La luce filtra appena, il rumore del mare si attutisce e per qualche istante sembra di trovarsi altrove. È come una piccola alcova scavata dal tempo e dall’acqua, un rifugio perfetto per chi cerca un momento di pace, lontano da tutto.
Poco più avanti, tra gli scogli, si apre un’altra grotta, più ampia e articolata. Tre ingressi principali, più uno nascosto tra le rocce della contrada Emiliana, rendono questa cavità un vero labirinto naturale. Da ogni varco entrano luce e vento, creando un ambiente arioso e fresco. Il mare, dentro, suona come un tamburo sommerso. Le onde si infrangono sulle pareti levigate, modellate dalle mareggiate in forme sorprendenti.
Dal cuore della grotta parte un corridoio sommerso che conduce al piccolo golfetto di Emiliana, riconoscibile per il suo scoglio a forma di fungo. Anche da terra, attraverso un cunicolo, è possibile raggiungere l’interno: una discesa ripida, ma accessibile, che riporta dal frastuono della strada alla quiete assoluta delle onde.
La bellezza di queste cavità è amplificata proprio dalla loro posizione inaspettata. Nessun cartello, nessuna segnalazione, nessun turismo organizzato. Solo chi conosce questo tratto di costa sa che basta fermarsi, guardare con attenzione, e trovarsi davanti un mondo sospeso tra mare, pietra e luce.
Il modo migliore per visitare queste grotte? In canoa, senza dubbio. Dal porto di Bonagia bastano 15-20 minuti di pagaiata tranquilla per raggiungere le grotte. Il fondale basso, le secche e la conformazione della costa offrono una navigazione facile e sicura, purché le condizioni meteo siano favorevoli (mare calmo, vento da sud, e assenza di risacca). Entrare in canoa dentro le cavità è sorprendentemente semplice: si sfruttano le aperture principali e ci si aiuta con la pagaia sugli scogli. Per i più curiosi, c’è anche la possibilità di infilarsi nell’insenatura di contrada Emiliana, ma qui serve scendere e proseguire a nuoto.
Le grotte del Nono Chilometro non chiedono molto: solo tempo, curiosità e rispetto. Non serve essere esperti esploratori. Serve saper guardare. In un tratto di costa che milioni di persone attraversano ogni anno senza mai fermarsi, si nasconde un mondo che premia chi rallenta, chi osserva, chi ascolta. Un luogo che non cerca attenzione. Ma che, una volta scoperto, non si dimentica più.
