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Il ruolo di Fabrizio Miccoli nella presunta estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dell'imprenditore Andrea Graffagnini (leggi qui) è stata "marginale". È la conclusione contenuta nelle motivazioni della sentenza emessa dai giudici della seconda sezione del tribunale, che hanno processato Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino, detto 'u Scintilluni', e Gioacchino Amato.

I giudici non esprimono alcun giudizio nei confronti dell'ex attaccante del Palermo ma si limitano a "prendere atto che sarebbe stato coinvolto nella vicenda perché avrebbe conosciuto molti dei suoi protagonisti". La sentenza ha condannato a un anno e mezzo, con pena sospesa, per violenza privata aggravata dal metodo mafioso Mauro Lauricella (difeso dall'avvocato Giovanni Castronovo). Assolto, invece, Amato (avvocati Giuseppina Ganci e Vincenzo Giambruno).

La posizione di Miccoli resta sub iudice. A ottobre il gup Fernando Sestito non ha accolto la richiesta di archiviazione del pm Maurizio Bonaccorso nei confronti del calciatore, accusato di concorso in estorsione aggravata, e ha disposto l'imputazione coatta. L'udienza è stata fissata per il prossimo 24 febbraio davanti al giudice Walter Turturici. I difensori, gli avvocati Giovanni Castronovo e Giampiero Orsini annunciano battaglia.