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I festeggiamenti in onore di San Biagio, patrono e protettore di Militello Rosmarino(ME) hanno inizio la mattina del 2 febbraio con la processione “ra Cannilora”. I fedeli accompagnano il simulacro di Maria Immacolata fino alla Chiesa di Santa Maria del Brignolito( un tempo antica abbazia) portando tra le braccia delle ceste colme di candele che secondo un antico culto hanno poteri benefici contro le forze del male, non per caso, gli abitanti del piccolo centro nebroideo, in quei giorni particolarmente avversi accendono la candela “ra Cannilora”. Una volta giunti in quel luogo sacro, il sacerdote benedice le candele e celebra la santa messa. Nel pomeriggio,alle ore 15:00, in chiesa madre si assiste alla traslazione del simulacro di San Biagio, dalla sua cappella votiva all’altare maggiore, in un clima di profonda devozione. In serata, dopo i vespri solenni, si svolge ” a sciara ca rama e i cannizzoli”. ” ‘A rama” è un ramo adornato di alloro, con affisso un quadro in argento raffigurante San Biagio. Mentre i cannizzoli sono delle infiorescenze accese che vengono portate in processione per le vie del paese, da alcuni fedeli, soprattutto bambini e ragazzi. Subito dopo, gli abitanti trascorrono un momento di convivialità (U sunettu) nella casa di San Biagio. Giorno 3 febbraio, alle ore 8:00 è celebrata la santa messa con a seguire la benedizione della gola( il sacerdote appone due candele incrociate sulla gola dei fedeli). Alle ore 11:00,invece, è celebrata la messa solenne con la presenza del Vescovo Guglielmo Giombanco a seguito della quale ci sarà la processione del Santo, posto su una vara barocca in oro zecchino e portato in spalla da cittadini militellesi. Due corse caratterizzano la processione: La prima corsa, prima dell’arrivo in piazza Lodato, la seconda prima del rientro in chiesa madre. (Tradizione vuole che durante la corsa il Santo possa concedere 17 Grazie o comunque un qualsiasi bene a chi glielo chieda ) Il corteo processionale una volta giunto in piazza lodato, si sofferma per assistere al bacio dei bambini al santo.

Nino Restifo