Sei su Telegram? Ti piacciono le nostre notizie? Segui il canale di SiciliaFan! Iscriviti, cliccando qui!
UNISCITI

Il digiuno può allungare la vita. Sembra un paradosso, ma se applicato in modo "scientifico" può dare grandi risultati. L’idea è quella di alternare giorni in cui si mangia regolarmente a periodi durante i quali si limita notevolmente l’apporto calorico. Uno dei sistemi più conosciuti è il 5 su 2, che comporta una restrizione calorica di 2 giorni non consecutivi la settimana e un regime alimentare normale negli altri 5. Alcune persone digiunano invece tutti i giorni nutrendosi solo durante una precisa finestra di tempo.

Esiste anche la dieta mima-digiuno: 5 giorni di "magra" ogni 3-6 mesi, un’abitudine che promette di far guadagnare ben 10 anni di vita, come sostiene Valter Longo, direttore dell’Istituto di longevità dell’University of Southern California e del programma di ricerca "Oncologia & longevità" all’Istituto Firc di oncologia molecolare (Ifom) di Milano, che ha testato questo sistema prima sui lieviti (semplici organismi unicellulari), poi sui topi e infine sull’uomo (i risultati della sua ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Cell Metabolism). Lo si legge sul "Corriere della Sera".

Digiunare migliora la salute e prolunga l’aspettativa di vita per le sue ricadute sul funzionamento di cellule e ormoni. "Il nostro organismo tollera molto bene la restrizione calorica (anche totale): "alleggerire" il nostro stile a tavola riattiva i meccanismi genetici utilizzati dai nostri antenati per sopravvivere alle carestie, un sistema molto efficiente nei confronti della conservazione dell’energia. I geni che si attivano durante una fase di carestia sono i medesimi che regolano i processi legati all’invecchiamento e agiscono in due modi: riducendo lo stato infiammatorio e attivando fattori di crescita e rinnovamento cellulare", spiega il professor Stefano Erzegovesi, nutrizionista e psichiatra responsabile del Centro dei disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

Basta astenersi dal cibo per 24 ore dunque perché nel cervello si formino nuovi neuroni e il nostro organismo si metta sulla difensiva adottando una serie di precauzioni virtuose: abbassare l’infiammazione, migliorare la risposta immunitaria e potenziare la capacità delle cellule di liberarsi dalle sostanze di scarto. Non solo, l’astensione calorica rallenta persino la crescita dei tumori, almeno nei topi, come si evince da un dettagliato articolo pubblicato su "Proceedings of the National Academy of Sciences", che mette in fila tutti i vantaggi di questa prassi alimentare.

"Digiuno però non significa necessariamente non toccare cibo, basta che i pasti siano davvero più leggeri", avverte Erzegovesi. C’è chi si concede allora caffè e centrifugati di verdura e chi si mantiene entro un tetto di 500 calorie. "Questa scelta è preferibile: nel mio lavoro quotidiano con i grandi obesi ho notato che la rinuncia totale al cibo in una persona che rischia di perdere il controllo alimentare fa aumentare il rischio-abbuffata. Il digiuno spesso è usato per perdere peso, ma ci sono modi più indicati per dimagrire. Possiamo praticarlo solo se riusciamo a evitare i "tranelli". Non possiamo sapere infatti come il nostro corpo risponderà, ad esempio, a un basso livello di zuccheri nel sangue. Alcune persone, poi, interpretano i giorni liberi come periodi in cui possono consumare tutto quello che vogliono, ma pensare di poter esagerare è sbagliato e appartiene al pensiero bulimico e porta inevitabilmente alla logica perversa del "tutto o niente". Se nei giorni liberi mangio più schifezze, ma soprattutto, se mi accorgo di farlo voracemente, vuol dire che questo tipo di alimentazione non è adatta a me", sottolinea Erzegovesi.