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Entra in ospedale a 21 anni con una gamba rotta e non ne esce più. Era il 1962, da allora sono passati oltre 54 anni e il nome del veterano James Morris, morto il mese scorso a 75 anni, passerà alla storia. Si ritiene sia stato il paziente ad aver soggiornato più a lungo di qualunque altro in un ospedale del servizio sanitario nazionale del Regno Unito. Tutto per una triste concatenazione di eventi.

Morris stava servendo il suo paese nel reggimento dei fucilieri scozzesi – si era unito all'esercito nel 1959 – alle prese 24 ore su 24 con delicate manovre militari in Germania, fino a quando non rimase ferito in un incidente d'auto. Nell'impatto Morris si rompe il naso e un osso della gamba e, tornato in Scozia, viene sottoposto a un intervento chirurgico per rimettere a posto tutto. Va in arresto cardiaco sul tavolo operatorio ed è a questo punto che la sua vita fa una brusca virata che lo porterà a non fare più ritorno a casa, prigioniero di un letto d'ospedale per decenni. I danni sono irreparabili, una parte del suo cervello si spegne.

Dopo l'incidente e dopo brevi passaggi in altri ospedali, Morris viene trasferito al Wester Moffat Hospital nel Lanarkshire, dove resterà fino al giorno della sua morte ad aprile scorso, la domenica di Pasqua. A suggerire al fratello Karl Morris, 62 anni, che nessuno in Gran Bretagna è mai stato ricoverato nel National Health Service così a lungo come James è stata una persona dello staff ospedaliero. 

Nella struttura sanitaria britannica – che ha confermato il soggiorno record – l'uomo era ormai 'uno di famiglia'. In tutto questo tempo "Jimmy ha toccato la vita di molti, è stato un buon amico e un gran personaggio e mancherà a tutti", ha raccontato alla stampa inglese Helen Ryan, infermiera senior del Wester Moffat, esprimendo condoglianze collettive alla famiglia. Anche il National Health Service, tramite un portavoce, ammette di non essere a conoscenza di altri casi di pazienti che hanno passato più di 54 anni in un ospedale del Nhs.

Karl Morris ha provato a raccontare com'è stata l'esistenza del fratello in tutti questi anni, in uno stato vegetativo: dopo il dramma che gli ha provocato la grave disabilità, James "era mentalmente presente ma non aveva alcun controllo sul suo corpo, non poteva comunicare con noi. Nel corso degli anni abbiamo trovato un modo per farlo. Lui aveva imparato a pronunciare di nuovo solo 3 parole. I nomi dei suoi 3 'amori': casa, pub e cavalli. Spesso lo abbiamo portato in vacanza con noi".

E in ospedale "tutti sono stati eccezionali a prendersi cura di un uomo per tutta la sua vita, non possiamo essere più grati. E' un posto per giovani disabili e negli anni ho visto passare innumerevoli pazienti e personale", sottolinea Karl, ricordando anche le attenzioni degli operatori che talvolta organizzavano qualcosa di speciale per James, in tema con la sua passione per Elvis. Dopo la morte della madre, Karl ha preso il suo posto nelle visite costanti al fratello e ora si dice determinato a scoprire tutta la verità sull'incidente che ha spezzato la sua vita, anche scavando nei documenti ingialliti di vecchi archivi.