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Una entrata fissa di 400 euro/mese non cambiano la vita, soprattutto al nord, ma fanno in modo di non cadere nel baratro della disperazione a tutte quelle famiglie o singoli lavoratori che lavorano in sostanza per la gloria.

Il ceto medio, in Italia, si è impoverito drasticamente restituendo quelli che oggi sono i nuovi poveri.

Le associazioni che operano nel settore (le poche che riescono a fare del bene) come il Gruppo Abele (onlus torinese) si chiedono spesso per quanto tempo ancora, gli italiani debbano versare in questa situazione, situazione che vede una soglia di povertà che sta sfiorando i sei milioni di abitanti.

Fra i nuovi poveri si trovano persone di qualsiasi età: giovani che non hanno mai trovato un impiego come persone adulte di 40 e 50 anni, ex professionisti caduti in disgrazia, docenti senza cattedra, avvocati senza contratti e impiegati licenziati.

Paolo Lambruschi, caposervizio degli interni del quotidiano Avvenire, conosce bene queste realtà ed ha voluto intervistare le persone che vivono nel dormitorio di Torino del suddetto Gruppo Abele.

La storia dell'insegnante siciliana:

Come racconta nella sua analisi, in quel dormitorio confluiscono persone sole, che non hanno famiglia, che non sono riuscite a crearsela per rincorrere il sogno del posto fisso. Figli unici di figli unici, che vedono l’abbandono e la solitudine, come l’unica strada perseguibile per la sopravvivenza.

Il gruppo Abele di Torino apre loro le porte alle 19 per dare un pasto caldo, una doccia e una camera da letto dignitosa. 

Racconta ancora Paolo: 

«Ho incontrato Daniela, che ha da poco superato i 50 anni. Nubile, ha lavorato per vent'anni come informatore scientifico, poi ha dovuto licenziarsi per assistere la madre malata. Non è più riuscita a trovare occupazione e non riesce a scordare l'umiliazione dello sfratto. Ha il sussidio, ma come si vive con sei euro al giorno? C'era anche una maestra precaria siciliana, venuta al Nord per ottenere la cattedra, ma questa volta senza successo. Una vergogna per lei tornare nel suo paese, aveva investito molto in quella scelta. Così meglio accontentarsi della mensa e del dormitorio. Volti di donne con l'unica colpa di essere povere, sole e senza reddito in un Paese il cui welfare è fermo al secolo scorso».