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Dopo 8 anni riapre al pubblico l’Ipogeo Giacatello, nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento. Si potrà scendere in profondità, alla scoperta della storia e delle meraviglie dell’antica Akragas.

L’Ipogeo Giacatello di Agrigento

Durante la visita, ci si ritrova in un ambiente perfettamente conservato, una vera opera di ingegneria idraulica totalmente scavata nel banco di roccia. Un pregevole esempio antico di sostenibilità e di rispetto dei popoli del passato verso la terra e le sue risorse. Da qui sotto si diramavano gli acquedotti in uso all’epoca di Akràgas e Agrigentum.

“Dopo il grande successo delle Giornate dell’Archeologia – commenta l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – un nuovo appuntamento per scoprire uno dei segreti meglio conservati della Valle dei Templi“.

“Un luogo fra i più interessanti per la sua unicità: un nuovo percorso di visita che permetterà di scoprire la zona di Colle San Nicola, vero cuore pulsante delle attività religiose e civili della greca Akràgas e della romana Agrigentum. Un impegno mantenuto”, aggiunge.

Come visitare l’ipogeo nella Valle dei Templi

L’ipogeo appartiene alla complessa rete di acquedotti di Akragas che, secondo la tradizione, fu progettata dall’architetto Feace e realizzata con la mano d’opera dei prigionieri Cartaginesi sconfitti a Himera nel 480 a.C. per garantire l’approvvigionamento idrico della città.

La struttura, in origine, era forse una grande cisterna che, in epoca romana, fu trasformata in deposito di grano. Oggi è un vasto ambiente a pianta quadrata, scavato nella roccia, con sette file di sette pilastri per sorreggere il soffitto. Su quest’ultimo si aprono diversi pozzi-lucernari. La visita all’ipogeo Giacatello è a disposizione su prenotazione. Per le informazioni, si può contattare CoopCulture.

Foto: cattan2011Licenza.