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È presente in quasi tutte le cucine e viene chiamata carta stagnola, carta di alluminio o carta argentata: la utilizziamo spesso ma, secondo alcuni siti internet, non è un prodotto sicuro. Il sito Today.it ha cercato di fare un po' di chiarezza: anzitutto si tratta effettivamente di una carta in alluminio laminato, ma il nome "stagnola" deriva dal fatto che un tempo si usavano carte a base di stagno. 

Certo, non si può dire che l'alluminio faccia bene alla salute, ed è per questo che molti consumatori sono preoccupati sul contatto tra la carta stagnola e il cibo. Come riportato da ilfattoalimentare.it, però, le classiche vaschette utilizzate per conservare i cibi sono rivestite internamente da materiale polimerico. Il sito BufaleUnTantoAlChilo ha cercato di comprendere meglio se esiste una pericolosità: nelle etichette di questi prodotti, effettivamente, esistono molte indicazioni preventive, relative a temperatura, tempo e tipo di alimento. Il punto è evitare la migrazione dell'alluminio.

Ed è proprio la temperatura la chiave di tutto: si consiglia di lasciare gli alimenti in alluminio refrigerato e per un tempo più basso possibile, per limitare la migrazione. Fondamentale è la quantità, che fino a 60mg alla settimana è considerata tollerabile senza problemi. Alcuni studi hanno messo in relazione la quantità di alluminio migrata nei cibi in base a tempi, temperatura e tipologia di alimento: è venuto fuori che i maggiori rischi si hanno con lunghi contatti, in luoghi non refrigerati, con alimenti acidi o troppo salati. In ogni caso, si parla di livelli non pericolosi.

Qual è, dunque, la risposta alla domanda iniziale? La carta stagnola, stando alle informazioni in nostro possesso, non sembrerebbe essere pericolosa, ma è fondamentale limitare la conservazione per lunghi tempi e a temperatura ambiente, soprattutto per alimenti ricchi di acidi e sale.