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Venerdi' santo a Enna - Foto inviata da Maria Pia Miraglia

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La Settimana Santa ad Enna è senza dubbio uno dei momenti più suggestivi per visitare la città, i riti che vengono celebrati risalgono al periodo della dominazione spagnola tra il XV-XVII sec. d.C. In quel periodo le Confraternite, che già esistevano come corporazioni di arti e mestieri, vennero autorizzate a costituirsi liberamente come organizzazioni religiose per promuovere il culto ricevendo dai sovrani privilegi e norme precise. I loro ruoli nella vita sociale della città erano di primo piano: sostentamento dei poveri, assistenza agli ammalati, ai condannati a morte e molti altri ancora. 
Oggi tali realtà sono ben diverse; delle 34 esistenti nel 1740 ne sopravvivono solo 15 che si occupano di animare la Settimana Santa e contribuiscono a solennizzare attivamente gli eventi religiosi più significativi della città. 
I riti della Settimana Santa ad Enna hanno inizio la mattina della Domenica delle Palme con la processione che ricorda l’entrata di Gesù a Gerusalemme. Nel pomeriggio della stessa giornata iniziano invece le processioni delle confraternite, ognuna delle quali, nel giorno e nell’ora prestabilita, partendo in processione dalla chiesa di appartenenza si reca al Duomo per l’adorazione solenne della Eucaristia. Questo rituale, che gli ennesi chiamano “l’Ura” per via dell’ora di adorazione, si ripete nei giorni successivi fino all’ultima confraternita nella tarda mattinata del Mercoledì Santo. Nello stesso giorno intorno alle 14.00 viene portato in processione all’esterno del Duomo l’Ostensorio con l’Eucarestia e viene impartita la benedizione solenne a tutti i presenti. 
Il momento culminante delle celebrazioni pasquali si ha nella giornata del Venerdì Santo; la città vive un momento carico di tradizioni in cui l’aggregazione sociale prende il primo posto nella vita dei cittadini e le parole d’ordine diventano: silenzio, rispetto, commemorazione e religiosità in una partecipazione quasi totale. Già dal primo pomeriggio il traffico cittadino si ferma completamente. Verso le 17 le Confraternite, partite in processione dalle proprie chiese, giungono al Duomo e lì incominciano a comporsi tutte assieme per la processione che evoca il corteo funebre di Cristo. 
I confrati incappucciati che, in rigoroso ordine prestabilito ed in assoluto silenzio, precedono le “Vare” del Cristo morto e della Madonna Addolorata sono più di duemila, e danno luogo ad un lungo e mesto corteo funebre che attraversa le strade principali della città. Le Vare vengono portate con passo cadenzato sulle note delle marce funebri eseguite dalle bande che intermezzano la lunghissima processione. Il suggestivo corteo partito dal Duomo arriva, dopo diverse ore, al cimitero, lì viene impartita ai fedeli la benedizione con la croce reliquario contenente una spina della corona di Cristo; poi, già in tarda serata, ritorna indietro. Lungo la via del ritorno viene ridotta al minimo la normale illuminazione cittadina per lasciare posto alle fiaccole portate a mano dai confrati e disposte lungo il percorso. Il ritorno è ancora più mesto, l’atmosfera diventa irreale, il silenzio assoluto lascia posto solo al rumore dei passi che scandiscono il tempo del lutto e della riflessione. La processione finisce a notte inoltrata quando l’Addolorata dopo aver accompagnato la Vara del Cristo morto presso la chiesa del SS. Salvatore ritorna nella propria passando tra i confrati inginocchiati. 
I riti della Settimana Santa, proseguono la Domenica di Pasqua con la cerimonia detta “a Paci”, quando, tra due ali di folla, e un festoso suono di campane, nella piazza adiacente al Duomo, le statue del Cristo risorto e della Madonna si incontrano e trionfalmente vengono portate all’interno della chiesa, dove rimangono esposte alla venerazione dei fedeli per una settimana. La domenica successiva alla Pasqua, detta domenica in Albis, nei pressi del Castello di Lombardia, dalla sommità della Rocca di Cerere, il vicario foraneo della città accompagnato in processione dai fedeli e dai confrati impartisce la solenne benedizione ai campi sottostanti. La processione, quindi, si avvia verso il Duomo, sostando prima in Piazza Mazzini, dove si da vita alla tradizionale ed ultima cerimonia, detta “la Spartenza”, in cui le Confraternite ritornano in possesso dei rispettivi Fercoli (del Figlio risorto e della Madre) e li riconducono nelle chiese di appartenenza, a simboleggiare il necessario distacco per la conclusione terrena della missione di Cristo che ritorna al Padre.