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Aerosol e bambini: " una moda tipicamente italiana, nata negli anni ’70: gli esperti sono concordi nel dire che il dispositivo è utilizzato in modo improprio e senza alcuna evidenza scientifica" (fonte Corriere.it).

Questa notizia ci coglie un po' di stucco. I genitori conoscono bene la difficoltà nel tentare di effettuare la cura sul bambino che non vuole assolutamente indossare la mascherina. Solo dopo che il piccolo prende l'Aerosol come un gioco, la strumentazione viene indossata, ed il farmaco inalato. 

Ma se non è inutile, perché i medici lo consigliano?

Secondo il Policlinico di Milano sono svariati i dubbi sull’utilità di questa pratica nel curare raffreddore, tosse e in generale i problemi delle alte vie respiratorie, che molto spesso colpiscono i bambini ed hanno bisogno di fare semplicemente il loro naturale corso. 

L'aerosol sembra quindi un'abitudine che gli italiani portano avanti per inerzia. 

Il vantaggio dell'aerosol secondo le famiglie italiane è la capacità di trasportare il farmaco per le vie aeree: trachea, bronchi, polmoni. E gli esperti sono tutti d’accordo nel dire che può avere un senso solo per alcuni disturbi che colpiscono questi organi. 

Secondo Susanna Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria presso il Policlinico di Milano e presidente della World Association for Infectious Diseases and Immunological Disorders (WAidid), in più della metà dei casi la terapia con aerosol è inutile.

Ha senso per la cura della bronchiolite, della bronchite asmatica e della laringite. Al contrario non serve nella rinofaringite, nella faringo/tonsillite e nell’otite media acuta, i comuni malanni di stagione.