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Quando parli siciliano, parli anche spagnolo: le influenze della lingua spagnola su quella siciliana

Torniamo a parlare della lingua siciliana e lo facciamo approfondendo ancora una volta le influenze linguistiche lasciateci in “eredità” dai diversi popoli che hanno solcato il nostro territorio. In particolare, oggi vogliamo soffermarci sulla presenza della lingua spagnola.

Lo spagnolo nella lingua siciliana

Ancora oggi, molte delle parole che utilizziamo tutti i giorni nella “parlata siciliana” provengono da lontano e rievocano dominazioni avvenute nel passato. Ce ne sono di origine araba, francese e latina, ma ce ne sono in abbondanza anche dallo spagnolo. Nel 1479 la nostra Isola fu dichiarata vicereame spagnolo e rimase alla Spagna fino al 1712.

Non è difficile, dunque, comprendere come le espressioni della lingua spagnola si siano combinate con la lingua locale. L’influenza iberica è evidente, ad esempio, in alcune terminazioni verbali dell’imperfetto (-ìa, come in “sapìa” o “dicìa) o del condizionale (sempre -ìa, come per “farìa”). Si trova un richiamo anche nell’utilizzo della preposizione “a” con nomi propri o comuni di persone o in alcune costruzioni perifrastiche, così come in certe esclamazioni.

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Le influenze spagnole in Sicilia sono anche facilmente riscontrabili anche dal punto di vista linguistico, viste le similitudini tra parole e modi di dire presenti tra spagnolo, catalano, siciliano e italiano.

Troviamo, così nella lingua siciliana, davvero tante parole che risentono delle influenze linguistiche dello spagnolo. Ecco qualche esempio: curtigghiu (cortile) da cortijo; lastima (lamento) da làstima; pignata (pentola) da pinàda; cucchiara (cucchiaio) da cuchara; cascia (cassa) da caixa, scupetta (lupara) da escopeta; manta (coperta) da manta; zita (fidanzata) da cita; anciova (acciuga) da anxova; tiempu (tempo) da tiempo; vientu (vento) da viento; chianu (piano) da llano; chiavi (chiave) da llave; fastuchi (pistacchi) da festuc; muccaturi (fazzoletto) da mocador; chiamari (chiamare) da llamar; accabbari (concludere) da acabar; acciaffari (schiacciare) da aixafar; abbuccari (cadere) da abocar.

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Di seguito una tabella che mette meglio a confronto i diversi termini.

Influenze dello spagnolo sulla lingua siciliana

Redazione