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Le Vie dei Tesori torna per il terzo anno a Termini Imerese con un programma che promette di raggiungere  l’exploit dello scorso anno: nove luoghi ma anche tre passeggiate d’autore, nove eventi teatralizzati e due esperienze, un giro in barca per scoprire Termini dal mare, ma soprattutto un percorso inedito attraverso siti di solito inaccessibili come due oratori affrescati del Collegio dei Gesuiti, uno dei più antichi Santuari Mariani di Sicilia, e il settecentesco Monte di Pietà con il tesoro del Santuario. I coupon sono validi nelle città all’interno della stessa provincia: quindi quelli acquistati a Termini Imerese saranno validi anche per Bagheria e Corleone, e ad ottobre, Carini e Palermo.

Le aperture inedite a Termini Imerese

A Termini Imerese, in provincia di Palermo, apriranno al pubblico per la prima volta in assoluto, i depositi del Museo Civico, che ospita anche due chiese di valore inestimabile; la chiesa di San Gerolamo con l’inedito “forno mistico”, la Biblioteca Liciniana con il chiostro e l’anfiteatro romano. E aprirà di nuovo le porte lo slabbrato Grand Hotel delle Terme che l’anno scorso, con oltre duemila presenze, è stato il sito più visitato del festival, al di fuori di Palermo.

Le Vie dei Tesori, prezioso contributo al turismo

Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città che attraversano: come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole: nell’ultimo anno (2022), la ricaduta è stata di oltre 192 mila euro nei tre weekend. Complessivamente l’anno scorso la Sicilia ha avuto un indotto di oltre 6 milioni di euro.

Si tratta, infatti, di un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti. E costruisce reti: a Termini come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor (il direttore della sede di Termini Imerese, Francesca Morreale ha sottolineato l’attenzione dell’Istituto di credito per il festival) il festival ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari.  Un progetto che tutto l’anno lavora per generare valore sociale intorno al patrimonio culturale con una costante attività di valorizzazione e di storytelling, con restauri e manifestazioni. E che, tra settembre e ottobre, vive la lunga stagione del Festival, trasformando le città in ecosistemi culturali integrati dove vengono abbattuti i paletti di titolarità dei luoghi del patrimonio. Quest’anno riaccoglie il progetto satellite Terre dei Tesori: apriranno cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura.

Il Festival delle Vie dei Tesori

La prima parte del Festival schiera le prime dieci città che seguono i Borghi dei Tesori che si sono appena conclusi. Da Bagheria che apre la famosa “villa dei mostri”, invita gli innamorati sull’arco sospeso sul mare, ma racconta anche Ignazio Buttitta nella bottega dove scriveva da fanciullo; alla new entry Corleone che condurrà alla scoperta di chiese e conventi dove è palpabile la devozione antica; e inaugura tra poche ore una bellissima mostra di simulacri Sei e Settecenteschi della processione del Corpus Domini, dimenticata da mezzo secolo.

Nel cuore della Sicilia, Enna  mette insieme un palazzo Liberty inedito e un giardino segreto, prepara le visite ai conventi o il giro delle cripte con il mummiologo; Caltanissetta visita le miniere, ritorna nel suo cimitero monumentale, scopre una delle due uniche ghigliottine siciliane e allarga alla vicina San Cataldo; Messina apre le porte per la prima volta del Seminario Arcivescovile, e di nuovo quelle della Prefettura, oltre a presentare piccole chiese-gioiello nelle Masse e nei casali vicini alla città. Dall’altro lato dell’isola, si affaccia sul mare Trapani, che scopre un monastero domenicano in una casa privata e si perde tra stucchi barocchi e l’organo più complesso d’Europa; Marsala  ritorna nelle cantine e apre imponenti torri vinarie, ma ha preparato anche percorsi e siti archeologici per appassionati; e infine Mazara accoglie un percorso attraverso progetti e atelier di artisti che hanno scelto di vivere in questo lembo di Sicilia. Poi Alcamo che riapre i suoi castelli colmi di leggende, aggiunge un’antica cantina dello Stabilimento Florio, sale sulle cupole, ascolta cantastorie e canti gregoriani.

Il programma

Si parte sabato 16 settembre e si va avanti, sabato e domenica, fino all’1 ottobre; tre weekend per un nuovo festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola: dieci città in questa prima tranche (con Termini Imerese, Messina, poi Bagheria, Corleone, Alcamo, Enna, Caltanissetta, Trapani, Marsala e Mazara del Vallo); dal 7 al 22 ottobre altre cinque città (Ragusa, Scicli e Noto; Sciacca e Carini); e Palermo e Catania per tutto il mese di ottobre. Un progetto che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione di centinaia di giovani che si uniscono alla squadra di organizzatori, narratori, giornalisti.

L’intero programma del festival – costruito in stretta collaborazione con il Comune di Termini Imerese e con il contributo di Enel – è molto articolato e racchiude nove luoghi scelti con cura – in cui saranno presenti gli Urban sketchers di Palermo e si potrà seguire il loro lavoro artistico in diretta – per rileggere la città alla luce delle sue ricchezze culturali, ma anche per riscoprire il senso di comunità restituendo siti finora negati. “E’ un orgoglio proporre luoghi che ritornano alla comunità – interviene il consigliere comunale Giuseppe Di Maio che ha curato il programma sul territorio sin dalla sua prima edizione – l’anno scorso era stato il Grand Hotel delle Terme, quest’anno i depositi del Museo Civico, la chiesa Maria Santissima della Misericordia, e la Biblioteca Liciniana che è veramente un tesoro da scoprire”. Negli straordinari depositi sono conservati reperti archeologici e uno degli unici quattro esemplari impagliati di lupo siciliano.

Tra i pezzi esposti, il ritratto della nobildonna romana Giulia Drusilla (35-40 d.C.), epigrafi latine, arabe, normanne, opere del Gagini, del Novelli, un bozzetto del Bernini, tele fiamminghe. La chiesa che ospita il museo risale a metà ‘400 e conserva la “lapide del tonno” (1572), con incise le fasi della mattanza. Sarà visitabile anche una collezione di bonsai giapponesi artistici. Altro luogo da non perdere è l’ottocentesca Biblioteca Liciniana che conta oltre 102 mila volumi e manoscritti, un’emeroteca e 4.500 volumi dalla biblioteca di San Martino delle Scale, oltre a pergamene e documenti di monasteri e corporazioni religiose soppresse; esenzioni e privilegi concessi alla città dai sovrani aragonesi e dai pontefici, e il titolo di Civitas Splendidissima, dato da re Ferdinando nel 1496. Ma è anche il sito a riservare più sorprese: dal seicentesco convento delle Clarisse che oggi ospita la biblioteca, si ha una vista sul chiostro e sull’anfiteatro romano (il terzo per grandezza in Sicilia) sui cui resti il convento venne costruito.

La chiesa degli “Scappuccini”

Apre la chiesa cinquecentesca degli “Scappuccini” o di San Girolamo che a metà Seicento venne co-intitolata a Santa Rosalia per “esplicita richiesta” della Santuzza, apparsa in sogno ai frati. È un vero museo d’arte della comunità cappuccina: macchine lignee seicentesche e settecentesche, un ciborio in legno, reliquiari, paliotti, tele e sculture. Nella sacrestia un raro “forno mistico”, particolare costruzione posta dietro l’altare maggiore, che accoglieva religiosi dediti alla contemplazione. Previste visite teatralizzate dei ragazzi coordinate da Maria Rita Costanza (che condurrà anche l’esperienza su Linguaggi e simbologie nascoste della Termini tardo-barocca): sabato prossimo (16 settembre) dalle 10 alle 13 le condurranno gli allievi dell’ICS “Balsamo-Pandolfini, e il 30 settembre toccherà invece ai ragazzi dell’ICS “Tisia d’Imera”.

Le Terme di Termini Imerese

Ovviamente il ruolo da protagonisti se l’aspettano di nuovo le terme romane (citate da Diodoro Siculo, amate da tutti gli invasori, dai romani ai normanni) e l’ottocentesco Grand Hotel delle Terme che l’anno scorso ha visto le code dei termitani impazienti di varcarne le porte; tanto che qui il festival era stato prorogato di un weekend per permettere a tutti la visita. La sua golden age fu tra il 1910 e il 1960 quando venne utilizzato come quartier generale della Targa Florio, e ospitò spesso Enzo Ferrari.

I luoghi che raccontano la storia di Termini Imerese

Gli altri luoghi sono una vera immersione nella storia di Termini Imerese, antica e recente, a partire dalle chiese preziose: Santa Caterina d’Alessandria con il sorprendente ciclo di affreschi di fine ‘400 che racconta la vita della santa e la lunga iscrizione in lingua siciliana antica; Maria Santissima Annunziata con il suo crocifisso miracoloso sotto la cupola di esotiche Azulejos; Sant’Orsola, in quello che era l’antico quartiere arabo “Delli balati”, che si mostra in realtà come due chiese sovrapposte; e la straordinaria “Cammara Picta”, il ciclo di affreschi seicenteschi dentro il palazzo del Comune.  Le tre passeggiate condurranno alla scoperta del Riparo del Castello, ovvero dei siti archeologici del territorio; della Termini romana – il percorso si chiuderà con uno spettacolo di gladiatori a cura di Termini D’Amuri e una degustazione di cannolo e Marsala -, e del Riparo del Castello, uno dei siti paleo mesolitici più importanti d’Europa; un terzo percorso arriverà al sito di Mura Pregne, con il muraglione ciclopico ed un dolmen, e alle rovine del castello di Brucato dove nel 1338, durante la guerra dei Vespri, si asserragliarono 50 cavalieri termitani resistendo all’assedio angioino. Sarà anche possibile scoprire Termini Imerese dal mare: il suo waterfront frastagliato è uno spettacolo soprattutto se osservato nelle ore che precedono il tramonto.

Gli eventi

Pronto anche quest’anno un mini programma nel programma, sei spettacoli/visite teatralizzate in luoghi simbolo della città: due gli spettacoli nel teatro naturale di Villa Palmeri:  sabato (16, 23 e 30 settembre) tre turni ciascun giorno per LUX, spettacolo di danza e giocoleria,  con gli artisti illuminati solo dalla luce dei loro attrezzi a LED; a cura dell’A.s.d. B.A.C. Ballet Academy Cefalù, direzione artistica di Soraya La Bua. Domenica 17 e 24 settembre Il Museo dell’Altrove, emozionante passeggiata crepuscolare nell’ arte tra recitazione, danza, canto e sculture in movimento: i protagonisti faranno rivivere le più belle statue classiche, da Amore e Psiche del Canova alla Pietà di Michelangelo e ; a cura di Arte e Passione, direzione artistica di Mara Fasulo e Saveria Scarcinelli. Sarà invece il Teatro Zeta ad ospitare nell’ultimo weekend, un adattamento della novella di Pirandello, La sagra del signore della Nave , regia di Piero Macaluso, con Sergio Monachello, Simona Indovina, Stello Pecoraro e i ragazzi della Scuola Piccola di Teatro Zeta. Il 17 settembre, nella chiesa di Santa Caterina, l’attore termitano Mimmo Minà leggerà i racconti di Andrea Camilleri; e il 24 al museo civico, il Lion club Termine Imerese Host organizza  Dialoghi – Universo femminile in scena, serie di monologhi e dialoghi interpretati da attrici sulle musiche degli anni ’60.

 

 

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