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Le richiesta di una risonanza magnetica alla testa, fatta dal legale di Veronica Panarello e concessa dal Gip di Ragusa Andrea Reale, potrebbe essere solo un escamotage difensivo per evitare la possibile condanna a 30 anni di carcere per l’omicidio del piccolo Loris.

Se infatti saranno confermate dalla magistratura le indiscrezioni che trapelano da settimane circa l’esito della perizia psichiatrica cui la 27enne è sottoposta da oltre un mese, Veronica Panarello sarebbe sana di mente e avrebbe agito lucidamente. L‘esito della succitata perizia dovrà essere depositato dai periti incaricati dal giudice entro il 15 maggio 2016.

In attesa di conoscerne il contenuto e i conseguenti sviluppi della vicenda giudiziaria, la dottoressa Roberta Bruzzone è stata interpellata in merito dal settimanale Giallo. Per la nota criminologa anche il "terzo cambio di versione" della Panarello – dove chiama in correità il suocero, Andrea Stival – sarebbe "arrivato a orologeria", come quelli che lo hanno preceduto.

Dopo la prima versione in cui negava ogni addebito, "smentita dall’incidente probatorio sulle telecamere", è arrivata "puntualmente" anche la seconda "verità" della 27enne – quella, cioè, dell’incidente domestico, secondo cui il piccolo Loris si sarebbe strangolato da solo mentre giocava con le fascette di plastica – che asserì di aver gettato il cadavere del figlio nel canalone del Mulino Vecchio a Santa Croce Camerina (Ragusa) perché a suo dire se avesse raccontato del gioco finito tragicamente nessuno le avrebbe creduto.

Improbabile per la Bruzzone che questo "provvidenziale cambio di versione" sia solo frutto del caso, anche perché verificatosi poco prima che il difensore della donna, Francesco Villardita, avanzasse la richiesta del rito abbreviato subordinato a perizia psichiatrica per la sua assistita.

Lo scorso gennaio, infine, le pesanti accuse al suocero, Andrea Stival, che ha respinto con forza la chiamata in correità da parte della nuora. "Credo che questo 'balletto' nelle versioni non faccia altro che irrobustire l’ipotesi di una sua piena imputabilità – ha detto la Bruzzone al settimanale Giallo – Se i periti, come trapela dalle indiscrezioni, la pensano come me, Veronica rischia una condanna a 30 anni, considerato lo sconto di pena previsto dalla scelta del rito abbreviato".