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Il gip Giangaspare Camerini ha rinviato a giudizio i giornalisti Piero Messina e Maurizio Zoppi, accusati di calunnia e pubblicazione di notizie false. Sono loro gli autori dell’articolo sull’intercettazione tra il governatore siciliano Rosario Crocetta e il suo medico, Matteo Tutino, pubblicato sul settimanale “L’Espresso” nel luglio 2015.

Il processo comincerà il 7 dicembre davanti alla quinta sezione del Tribunale monocratico di Palermo. Secondo i due cronisti, nel colloquio Tutino e Crocetta avrebbero parlato dell’allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, figlia del magistrato ucciso dalla mafia. Il medico, accusato di falso, truffa e peculato, secondo quanto ricostruito dai due giornalisti, avrebbe detto a Crocetta: “Lucia Borsellino va fatta fuori come il padre“.

Per l’accusa, l’intercettazione con quelle parole non esiste; la sua esistenza è stata smentita più volte dalla procura di Palermo e da altre procure dell’isola. Il gip ha respinto la richiesta avanzata dagli avvocati Carlo Federico Grosso e Nino Caleca di un nuovo incidente probatorio con la perizia di tutte le intercettazioni ambientali e telefoniche tra gli indagati per la presunta truffa operata dal medico Matteo Tutino.