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Amedeo Mancini esce dal carcere: è stato posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. L'ultra è accusato dell'omicidio preterintenzionale del nigeriano Emmanuel Chidi Nnamdi avvenuto a Fermo il 4 luglio scorso. Le accuse sono molto gravi: il reato di omicidio con l'aggravante dell'odio razzista non si è certo dissolto.

Pochi giorni fa un nuovo colpo di scena. Si tratta della testimonianza dell'autista del bus su cui Mancini e l'amico sarebbero dovuti salire per andare al mare. Il conducente conferma la versione del 39enne fermano: i due nigeriani gli avrebbero impedito di salire sul bus, scatenando la tragica colluttazione. Un racconto peraltro identico a quello di altri due testimoni, la bigliettaia del bus e una signora polacca che era vicino a Mancini in attesa dell'autobus.

Come scrive "Il Resto del Carlino", la donna avrebbe detto: "Mancini si è rivolto a me dicendomi 'ma non ti sembra una scimmia?'. La ragazza di colore, che ha sentito, ha mostrato il dito medio. I tre hanno poi proseguito. Dopo un po' sono tornati in due e hanno impedito a Mancini di salire sull'autobus. Poi ho sentito l'italiano che, con le mani dietro la schiena, diceva 'mi vuoi ammazzare?'".

Sono comunque ancora tanti i dubbi. Non è ancora chiaro, ad esempio, per quale motivo sul paletto stradale che i testimoni dicono Emmanuel abbia usato per picchiare Amedeo non siano state trovate dal Ris tracce del Dna del nigeriano. Inoltre ci sono le versioni discordanti della moglie di Emmanuel, Chiniary, e dei testimoni, che puntano il dito contro la donna accusandola di aver scatenato la rissa.