Sulla base di uno scarabeo in corniola utilizzato come sigillo è incisa una scena che allude ad uno dei miti più popolari dell’antico Egitto: la dea principale del pantheon egiziano, Iside, seduta in trono, allatta Horus fanciullo, il figlio avuto da Osiride, lo sposo ucciso dal fratello; divenuto adulto, Horus vendicherà il padre. Sulla destra è visibile un altare bruciaprofumi (thymiaterion) su cui arde una fiamma.
Ad Iside si attribuivano poteri magici straordinari, incluso quello di dare la vita e la morte.
Lo scarabeo, databile al V-IV secolo a.C., apparteneva ad una ricca collezione di pietre incise che, insieme a raccolte di monete, libri e stampe, fu legata per testamento al Museo da Girolamo Valenza, già presidente della Commissione di Antichità e Belle Arti della Sicilia.
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