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Il prestigioso National Geographic rimane affascinato da uno dei cammini più celebri della nostra regione: la Magna Via Francigena. «Lungo le antiche rotte che tagliano un percorso dal Tirreno al Mediterraneo c’è un’area che racconta la storia della Sicilia».

Un cammino magico: la Magna Via Francigena

«È qui che puoi vedere la vera Sicilia». Non potrebbe avere un incipit migliore l’articolo della prestigiosa e storica testata di viaggi, a firma di Sarah Barrel. «Lungo le antiche strade commerciali e le vie dei pellegrini che tracciano un percorso attraverso questa terra dimenticata, la ceramica bizantina sparge la terra; capanne di pastori siedono fianco a fianco con chiese dove le celebrazioni religiose devono tanto alla Spagna moresca quanto a San Pietro; ed è probabile che i nomi ‘cristiani’ locali richiamino antiche origini greche».

Si parte da Sutera, distanti dalle coste, in un punto strategico. «La leggenda locale narra che su queste colline ci sia un tesoro: uno scrigno d’oro nascosto in scogliere tempestate di grotte, da scoprire solo se tre uomini sognano contemporaneamente la sua posizione. Ma in questa parte della Sicilia, non vedono l’ora di sognare”.

Dieci anni fa un gruppo composto da storici, archeologi e naturalisti iniziò a mappare le rotte interne della regione, seguendo i testi normanni dei cavalieri crociati. Questi sentieri, risalenti a oltre mille anni fa, facevano parte degli itinerari di pellegrinaggio più antichi d’Europa: la via Francigena.

Il tratto siciliano conta su una rete di 600 miglia di strade, sentieri, rotte commerciali e trazzere. È stato utilizzato per secoli “da tutti, dai Greci ai Romani, Normanni, Arabi, Aragonesi e altro, ognuno dei quali ha lasciato tesori e tracce che si possono trovare ancora oggi”.

Tra scenari da favola, dolci alla ricotta e momenti indimenticabili

Quello del National Geographic è un percorso ricco di particolari tutti da cogliere. Si passa da Agrigento, ma anche da Piana degli Albanesi, in provincia di Palermo, dove non possono mancare i celebri cannoli. Ancora, tappa a Corleone, per gustare altre specialità genuine e fatte in casa: “Zuppa di lenticchie fatta in casa e ricotta fresca di fattoria, condita con olio d’oliva verde giada appena raccolto, è una cena degna di un pellegrinaggio allagato”.

Quindi Prizzi, con l’importante museo archeologico. E queste sono solo alcune tappe, tra monti, strade impervie e avventure degne di un romanzo. “Tutta la Sicilia è una dimensione dell’immaginazione”, ha scritto Leonardo Sciascia. Come non essere d’accordo con lui?

Si gustano i “ciarduna”, ma anche le “mpignulate”, mescolando quel sacro (il cammino) e quel profano (la cucina) che contraddistinguono l’anima della Sicilia. Questo viaggio del National Geographic, straordinario e autentico, passa anche da Aragona e arriva, come tappa finale ad Agrigento, di fronte la Cattedrale.

Il parroco appone l’ultimo timbro che testimonia la fine del cammino e la giornalista conclude così: «Gli chiedo se ha completato il pellegrinaggio. Mi lancia uno sguardo severo come per dire: pensi che abbia tempo per quello? “Ma è ciò di cui tutti abbiamo un disperato bisogno”», dice.

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