Nel cuore della Sicilia, una piccola città affacciata sul golfo di Noto custodisce una tradizione millenaria: la coltivazione di una delle mandorle più apprezzate al mondo. Un viaggio tra storia, resilienza e sapori che incantano.
Terra generosa, cultura viva
Tra mare e vulcani, la Sicilia continua a sorprendere. Non solo per le sue meraviglie archeologiche e paesaggistiche, ma anche per il silenzioso lavoro della terra. Ad Avola, in un angolo apparentemente discreto della costa ionica, si coltivano alcune tra le mandorle più pregiate del pianeta. A renderle speciali è un equilibrio perfetto tra clima, tradizione e saper fare tramandato da secoli.
Questa piccola città siciliana, immersa in un contesto di straordinaria biodiversità mediterranea, non solo produce un frutto dalle proprietà eccezionali, ma rappresenta un esempio di resilienza culturale e agricola. Come racconta il reportage pubblicato da National Geographic, qui le mandorle non sono solo un prodotto, ma il simbolo stesso di una comunità.
Una storia che affonda le radici nei secoli
Nota anche come la città esagonale, la località siciliana vanta un passato ricco e stratificato. Greci, Romani e Bizantini ne hanno fatto una terra contesa e preziosa, lasciando impronte indelebili nell’architettura, nelle ricette e nelle tradizioni. Il terremoto del 1693 ne ha cancellato in parte la memoria materiale, ma non quella culturale: oggi la città è un mosaico barocco di storia viva, osservabile nei suoi luoghi di culto, negli edifici antichi e nei gesti quotidiani della sua gente.

“Secoli di tradizione e duro lavoro, tramandati di generazione in generazione, affondano le loro radici nelle fertili terre di Avola“, spiega Salvatore Rizzo, contadino di terza generazione. “La qualità di queste mandorle è il risultato di tecniche di irrigazione intensive, introdotte per la prima volta dagli arabi, che hanno contribuito a rendere questo frutto un pilastro della pasticceria italiana”.
L’agricoltura segue i ritmi della natura
La coltivazione del mandorlo di Avola, detto anche “mandorlo pizzuto“, segue un processo meticoloso e rispettoso della terra. Gli alberi vengono piantati a mano, distanziati con cura per permettere alle radici di penetrare nel terreno vulcanico. La raccolta, effettuata tra luglio e settembre, avviene ancora oggi a mano, con una leggera scuotitura dei rami per staccare i frutti maturi. Nessun ausilio artificiale: solo esperienza e rispetto per il ciclo naturale.
Le mandorle non vengono solo utilizzate nella pasticceria siciliana – dal marzapane alla cassata – ma anche nella cosmesi, grazie agli oli dalle proprietà lenitive.
“Il terreno poroso vive in simbiosi con le estati secche e gli inverni miti del Sud Italia, creando condizioni ottimali per la sana fioritura delle mandorle“, prosegue Rizzo. “È una coltura antica, ancora immune all’agricoltura intensiva moderna“.
L’eredità di una famiglia e il valore del tempo
Tra i produttori più antichi, spiega il National Geographic” si distingue Nastasi Mandorle, azienda familiare nata nel 1898. Oggi conta due sedi a pochi chilometri da Siracusa. La filosofia produttiva segue ancora il metodo a secco, cioè privo di irrigazione artificiale: le piante si nutrono unicamente delle precipitazioni naturali e dei nutrienti del suolo. La fioritura estiva garantisce un frutto profumato, dolce, dalla croccantezza inconfondibile.
Dopo la raccolta, le mandorle vengono sgusciate ed essiccate al sole per tre giorni, un passaggio fondamentale per conservarne l’olio naturale e la parte legnosa, il cosiddetto mallo.
Quando andare e come arrivare
Il periodo ideale per visitare la zona è l’estate, tra luglio e settembre, in coincidenza con la raccolta delle mandorle. Il paesaggio si colora d’oro, le spiagge brillano sotto il sole, e il profumo delle mandorle invade i vicoli. Ottobre è perfetto per gli amanti delle degustazioni: clima mite e meno affollamento.
Questa destinazione è facilmente raggiungibile. I voli atterrano agli aeroporti di Catania Fontanarossa (CTA) e Comiso. In alternativa, si può prendere un treno ad alta velocità per Catania e proseguire in autobus fino alla città in circa un’ora e mezza. Un viaggio comodo che conduce al cuore di una Sicilia autentica e fragrante. Foto in evidenza Depositphotos.
