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01Era prevista per lo scorso agosto l’entrata delle ruspe presso il bacino portuale sito in contrada Bagnoli, tra il comune di Capo d‘Orlando e Sant’Agata di Militello.

L’obiettivo era quello di far apporre alla regione l’ultima firma per garantire l’inizio dei lavori, che erano iniziati già 40 anni fa con l’apertura del cantiere. L’attesa dunque è finita, il 10 dovrebbe arrivare la concessione demaniale che dovrebbe portare alla creazione di ben 560 posti barca e molteplici opere di terra atte a garantire il rilancio, anche turistico, dell’area.

Le ultime battute in agosto con la firma dell’integrazione alla convenzione, volta a sbloccare i circa 12 milioni di euro pubblici che si sono andati ad aggiungere ai 7 arrivati dall’Unione Europea nel 2005, e ai circa 20 dell’ente privato Società Porto di Capo d’Orlando, che si occupa della sovrintendenza e della gestione degli scavi. Le ruspe cominceranno così dal dragaggio della parte di bacino insabbiata, ma si prospetta che una parte dei finanziamenti possa essere dirottata sul litorale di San Gregorio, e salvarlo così dall’erosione, integrando la spiaggia con un nuovo mucchio di sabbia sottratto alle zone comprese tra il “Miramare” e lo “scoglio Garibaldi”; e non si esclude inoltre un intervento nel tratto sottostante la Tartaruga.

Presto quindi, il porto turistico di Capo d’Orlando potrà essere eliminato dalla lista degli ‘incompiuti’, le opere pubbliche cioè mai terminate sul territorio.
Iniziato nel 1971 con l’obiettivo di fornire un collegamento alle vicine isole Eolie, ma anche per dotare la cittadina di un’infrastruttura legata alle attività della pesca, il porto di Capo d’Orlando è collocato in un perfetto scenario paesaggistico che però oggi risulta degradato. Continue infatti le mareggiate che affossano il porticciolo, che in inverno non viene mai utilizzato, mentre in estate non supera il minimo indispensabile per poter essere considerato efficiente.

150 sono le opere incompiute in Sicilia, su una media nazionale di 650. A Messina molti i rimpasti politici che a volte portano i progetti a non arrivare nemmeno all’appalto; e spesso i finanziamenti ci sono, sono i tempi che non riescono ad essere messi a frutto. Molteplici, troppi, infiniti sono spesso i passaggi burocratici, che nel caso del porticciolo di Capo d’Orlando sono diventati addirittura più di 600. Nella provincia di Messina, la Fillea CGIL parla di opere per 500 milioni di euro da venire avviate entro il 2015 e non oltre il 2017; secondo la Filca CISL si tratta invece di 900 milioni e 1.000 posti di lavoro in più, per un settore, quello dell’edilizia, che lo scorso anno ha registrato un pesante decremento.

Autore | Enrica Bartalotta