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Le monete rare italiane possono essere quotate dai collezionisti con cifre davvero esorbitanti, cifre che in questo periodo di crisi, potrebbero tornarci davvero utili. Ecco allora come riconoscere questi spiccioli che in tempi di lire, eravamo soliti lasciare qui e li, nelle tasche o dentro il salvadenaio.

C'è da fare una piccola premessa: i collezionisti amano la perfezione. 

Pertanto se vi trovate un vecchio barattolo pieno di cianfrusaglie e al suo interno ci sono monete rare italiane ma vecchissime e mal ridotte, il collezionista alla quale vi rivolgerete, storcerà un po' il naso. Quindi, attenzione a cantare presto vittoria, perché spesso l'usura del metallo in questione, può far abbassare anche di tanto la quotazione.

Parliamo adesso delle lire italiane proof o a fondo specchio:

Per gli appassionati, anche il conio di prova risulta essere un prodotto interessante. Nello specifico in Italia, lo stampo delle 500 lire (di prova) in argento coniata nel 1957 con il nome di "3 caravelle" e mantenuto in ottimo stato, può arrivare a valere dai 10 ai 15 mila euro. Le 500 lire originali,  invece possono valere anche 100 euro.

Per riconoscere la versione di prova, nonché quella più costosa, bisogna guardare se la moneta rara italiana, riporta la stampa con le bandiere che sventolano a sinistra. Nel mercato ne esistono solo 1004 esemplari.

Il mondo dei collezionisti e delle monete rare italiane:

  • Le monete da 100 lire nella versione di prova, chiamate Minerva, valgono oggi 500 euro.
  • Le 50 lire chiamate Vulcano, valgono invece 50/60 euro (quelle coniate nel 1954 sono rarissime e valgono anche 300 euro).
  • Le 200 lire proof invece, valgono poco, nonostante fra i collezionisti, è sorta una mania e una sfrenata ricerca delle stesse.

A buon intenditore poche parole?