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01Secondo la tradizione popolare, il giorno più corto dell’anno è quello dedicato a Santa Lucia, cioè il 13 dicembre; ma secondo gli astronomi e scienziati di tutto il mondo, è invece il 21 dicembre, giorno che celebra l’inizio ufficiale dell’inverno.

Parrebbe una beffa invece è proprio vero: i giorni più corti dell’anno sono due. A Santa Lucia, il giorno 13 dicembre, il Sole infatti tramonta prima, con tre minuti di anticipo sul giorno 21. Ma il giorno 21 è anche quello in cui le ore di buio sono di più, perché per quanto il sole tramonti poco più tardi rispetto al 13, l’alba del 22 sorge alcuni minuti dopo.

In pratica questa duplice verità è dovuta all’effetto di rotazione della Terra, e al fatto che essa orbiti, su un piano ellittico, con asse inclinato. I primi quindici giorni di dicembre, sono infatti quelli in cui il sole tramonta prima; immediatamente dopo, e fino al 4 di gennaio, si ottiene un effetto simile ma contrario: l’orizzonte si colorerà di luce soltanto più tardi.

Il 4 gennaio è infatti il giorno in cui la Terra si trova prossima al perielio, ovvero il punto in cui è più vicina al Sole, per cui ci metterà meno tempo a compiere un giro attorno ad esso, da qui la brevità della giornata diurna. Il tempo in cui però la Terra gira su se stessa, è lo stesso, cosicché questo effetto combinato è in grado di produrre un risultato che inizia il primo di novembre e si protrae fino al giorno di Santa Lucia, ovvero quello in cui il sole sparisce presto dall’orizzonte.

La tradizione vuole che era proprio nel giorno di Santa Lucia che si consumava il solstizio, ben cinque secoli fa, prima dell’introduzione cioè del calendario gregoriano.
Il calendario che oggi utilizziamo fu voluto da Giulio Cesare, nel 44 a.C. Fu l’astronomo egiziano Sosigene ad occuparsi di stilarlo, con l’aggiunta di un giorno ogni 4 anni per unire nel computo anche quelle sei ore necessarie alla Terra per completare la sua rivoluzione.

Un aggiunta che però si rivelò troppo abbondante, poiché con il tempo si creò un divario notevole tra le stagioni e i giorni a cui erano state collegate in principio. Nel 1582, con la Riforma di Papa Gregorio XIII, il solstizio d’inverno venne dunque spostato al 21 dicembre ma non la festa liturgica dedicata a Santa Lucia, che rimase invece al 13.

Alla nota vicenda, si ricollega anche il detto campano: “A Santa Lucia nu passe ‘e gallina, a Sant’Aniello nu passe ‘e pecuriello”, perché il 13 dicembre è il giorno in cui le ore si allungano di pochissimo, cioè di un passo di gallina, mentre dal giorno di Sant’Aniello, ovvero il 14, le ore di sole si allungano già un po’ di più, come un passo di pecora.

La Santa di Siracusa si festeggia, oltre che nella sua città natale, anche in altre zona d’Italia come ad esempio a Bergamo, ma anche a Verona, dove si trova il quartiere di Santa Lucia, che anticamente non era altro che un paesino posto proprio fuori la cerchia della città; ed è infatti proprio fuori la città che ancora si trova l’antico santuario.
Protettrice degli occhi e della famiglia, la sua figura nel Nord d’Italia è stata poi associata, attraverso la tradizione moderna, a quella di un personaggio buono che porta doni alla popolazione, e in particolare ai bambini, allo stesso modo in cui è successo per San Nicola con la figura di Babbo Natale.

Autore | Enrica Bartalotta