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Avete mai sentito parlare della chiesa di Nostra Signora della Misericordia la Savona? Per trovarla, bisogna andare a Palermo, proprio di fronte la più celebre chiesa di Sant’Orsola dei Negri. In realtà, oggi rimane soltanto un rudere fatiscente, ma in passato ha avuto dei momenti di grande splendore. La devozione legata a questo luogo si collega a un’immagine di provenienza ligure.

Il culto di Nostra Signora della Misericordia la Savona

Tutto è nato quando Antonio Botta, un anziano signore di Savona, vide la SS.Vergine in un nimbo di luce. La visione spiegò di essere Maria Vergine, madre di Gesù, e raccomandò all’uomo di recarsi dal confessore e convincerlo di andare in processione con grande concorso di popolo, “in onore di Dio e della Sua Madre”.

La Vergine, prima di dileguarsi, alzò le mani al cielo, gridando “Misericordia e non giustizia“. Antonio Botta fece quanto gli venne richiesto: il culto e la devozione, così, si diffusero a tal punto da arrivare fino a Palermo. Nel 1659 un sacerdote, tale Domenico Besio, eresse all’interno della chiesa di Sant’Antonino una cappella alla SS.Vergine della Misericordia la Savona. Qui era contenuto un dipinto che la ritraeva. Anche nelle strade si eressero cappelle in suo onore.

Uno schiavo convertito, particolarmente devoto, intenerì molto il cuore della Madonna e Lei elargì tante grazie. Questo schiavo si prendeva molta cura del dipinto.

La devozione si diffuse talmente tanto che il Vicerè, onde redimere questioni di ordine pubblico legate alla custodia di una di queste cappelle, con consegnò ai Religiosi del Terz’Ordine di San Francesco l’immagine contesa e appoggiò la erezione nel 1602 di un convento e relativa chiesa. I bombardamenti del secondo conflitto mondiale fecero sì che la chiesa venisse abbandonata.

Ormai sconsacrata fu ridotta a magazzino e il bel portale esterno venne murato. I locali interni sono vasti (circa 220 mq), e grande è la cappella situata nel secondo piano, ma molto maltrattati e non vi è più nessun oggetto di arredamento. L’inagibilità dei locali non permette la visita, interessante, di questo pezzo dimenticato di Palermo.

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