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Ieri una amica che evidentemente aveva rimproverato il figlio usando istintivamente questa parola siciliana, ormai desueta, si chiedeva cosa significasse “SIVU”. Credo che tutti sappiate che, “aviri u sivu” altro non significa che avere u babbìu ovvero una continua e irrefrenabile voglia di scherzare; e di conseguenza ecco perché le mamme di una volta, quando i figli esageravano ed insistevano con le loro frivolezze, li minacciavano dicendo “stu sivu ti finisci a chiantu”! Ma perché si usava proprio la parola “sivu” associandola ad una prevedibile punizione, e cosa significa in realtà? – “U sivu” altro non è che la corrispondenza siciliana della parola italiana “sego”; ovvero un tipo di grasso animale, soprattutto di bovini, che anticamente serviva per fare le candele e che era anche usato dai calzolai. Ma, volendo rimproverare un figlio o comunque qualcuno che la aveva combinata grossa, si diceva pure: “viri ca hai u sivu o coddu”! – E da qui parte la nostra spiegazione; perché “u sivu” veniva pure utilizzato per ungere il cappio delle forche affinché potesse meglio scorrere sul collo del condannato. Ecco quindi che volendo ammonire qualcuno del suo comportamento sconsiderato e reiterato, lo si minacciava dicendo “stu sivu ti finisci a chiantu”; ovvero, prima o poi ti finisce male. E mentre dalle mie parti, nel palermitano, si dice “essiri sivusu” di chi insiste con atteggiamenti briosi ed irriverenti, similmente nel catanese di chi stucchevolmente insiste nello scherzo, si dice che “havi a liscìa” ! Insomma …Sicilia che vai…modi di dire che trovi.

 

Di Nando Cimino

Da Sicilia il Meglio