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Sono più chiari i contorni dell'omicidio-suicidio di due vigili ieri (leggi qui). Massimo Schipa ha da poco preso servizio nelle strade di San Donato. Il vice comandante Massimo Iussa lo richiama indietro. Sono mesi che Schipa mastica rabbia, ha firmato domande di trasferimento, spesso alla moglie ha detto: "O mi lasciano andare, o mi dimetto. Non ce la faccio più". E così ieri, quando chiude la chiamata, sbuffa col suo collega: "Ecco qua, la solita storia, siamo appena usciti e adesso ci richiama e, vedrai, ci manda di pattuglia a piedi, proprio oggi che piove. Dimmi se non è una roba fatta apposta".

Qualche minuto dopo il vigile incrocia l’ufficiale e lo uccide. A San Donato, ricostruisce il "Corriere della Sera", i due vigili s’erano trovati dieci anni fa. L'agente Schipa veniva da Sesto San Giovanni, aveva chiesto il trasferimento per stare vicino alla moglie che in quel periodo s’era ammalata gravemente. All’inizio le cose al lavoro andavano bene. Il vice-comandante Massimo Iussa, anche lui sposato, con figli, origini friulane e una casa a Lodi, alla polizia locale di San Donato era invece cresciuto. In Comune, a San Donato, lo ricordano però soprattutto perché nel 2007 rischiò di morire in servizio: era periodo di campagna elettorale, il mercato di strada del paese molto affollato, una lite di viabilità tra un automobilista e un venditore con un camioncino, che finì in una rissa violentissima, alla quale parteciparono un paio di pregiudicati.

Il vigile Schipa, negli anni, aveva chiesto più volte il trasferimento, magari a Milano. Nell’ultimo mese perdeva peso. "Gli chiedevano di fare sempre i servizi peggiori e non era un caso, non c’erano necessità di servizio", ha detto ieri la moglie, aggiungendo: "Si lamentava molto, e non era sua abitudine, non era così di carattere".