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Il 20 settembre la regina di Hollywood e icona di stile Sophia Loren festeggerà 90 anni. Nata a Roma nel lontano 1934, l’attrice napoletana ha conquistato tutti con la sua grinta e la sua bellezza, collaborando con alcuni dei più grandi registi del XX secolo.

Tra i più celebri, Vittorio De Sica, con cui ha girato film come “La ciociara” e “Matrimonio all’italiana,” che hanno consolidato la sua fama globale. Ha lavorato poi con altri maestri del cinema come Federico Fellini in “Boccaccio ’70” e Mario Monicelli in “I girasoli.”

Loren ha inoltre condiviso il set con registi internazionali del calibro di George Cukor in “Heller in Pink Tights” e Stanley Donen in “Arabesque,” dimostrando la sua versatilità e talento nel panorama cinematografico mondiale.

In pochi sanno, però, che l’ultima vera diva del cinema aveva origini siciliane. Nel 2021 il vicepresidente del Codacons Giuseppe Di Rosa aveva proposto al sindaco di Agrigento di offrire a Sophia Loren la cittadinanza onoraria, dato che il padre aveva origini siciliane: gli Scicolone erano,infatti, di Licata, in provincia di Agrigento.

Il suo vero nome è Sophia Villani Scicolone. Agli esordi della sua carriera si faceva, invece, chiamare Sofia Lazzaro, per poi diventare la grande Sophia Loren che oggi tutti conosciamo.

Nella sua autobiografia pubblicata nel 2015 l’attrice aveva ripercorso la sua vita, la sua infanzia difficile con un padre assente e le difficoltà finanziarie.

Romilda Villani, madre di Sophia Loren, aveva vinto un concorso per andare a Hollywood come sosia di Greta Garbo, ma fu costretta a rinunciare per l’opposizione dei genitori. Non abbandonò mai il suo sogno di cinema e si trasferì a Roma, dove conobbe Riccardo Scicolone.

Dalla loro relazione nacquero Sofia e Maria, ma Scicolone riconobbe solo Sofia e si rifiutò di sposare Romilda o di sostenere economicamente Maria. Tornata a Pozzuoli, Romilda crebbe le figlie in condizioni difficili, tra povertà e guerra. Dopo la guerra, Sofia iniziò a partecipare a concorsi di bellezza, sperando in un futuro migliore.

Nel 1950, dopo aver vinto Miss Italia, si trasferì a Roma con la madre per tentare la carriera cinematografica. Il padre, in disaccordo con la sua scelta, cercò di danneggiare la sua reputazione denunciandola alle autorità per sospetti infondati, lasciando una ferita nel loro rapporto mai del tutto sanata.

La celebre attrice ha ottenuto nel tempo diversi riconoscimenti, vincendo due premi Oscar (nel 1962 per La Ciociara e nel 1991 alla carriera), cinque Golden Globe, un Leone d’oro, un Grammy Award, una Coppa Volpi al Festival di Venezia, un Prix al Festival di Cannes e un Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino.

Le radici siciliane di Sophia Loren

Lo Studio Araldico Genealogico Italiano ha voluto omaggiare la celebre attrice ricostruendo la storia della sua famiglia.

La famiglia Scicolone, a cui apparteneva Sofia Loren, ha origini nobili siciliane, documentate sin dal Settecento. La Confraternita religiosa di Maria Santissima della Carità ha sottolineato il legame che unisce Sophia Loren a Licata, con un post su Facebook: “I baroni Scicolone, antenati della grande artista Sofia Villani Scicolone, in arte Sofia Loren, risultano iscritti alla Venerabile Confraternita della Carità.

Giuseppe Scicolone Morillo, l’antenato più antico ricostruito, nacque a Licata nel 1725 ed era figlio di Don Carlo e Donna Giulia Morillo.

La famiglia Scicolone è menzionata nei registri delle famiglie nobili di Licata, dove alcuni dei suoi membri ricoprirono importanti cariche civili, come Patrizio Nobile, Sindaco, e Capitano di Giustizia.

Con il tempo, gli Scicolone si trasferirono da Palermo a Napoli e Roma, con matrimoni contratti spesso con donne campane, e molti di loro prestarono servizio come ufficiali nell’esercito borbonico, stazionati spesso tra Napoli e Capua.

Riccardo Scicolone, padre di Sofia Loren, sosteneva che la loro famiglia fosse di origine nobile, come confermato da una patente di nobiltà ottenuta per entrare nell’esercito del Regno delle Due Sicilie, dove tutti gli ufficiali dovevano dimostrare la loro nobiltà.

In una vecchia intervista a Riccardo Riccioli rintracciata nell’archivio Rizzoli si spiega perché fu richiesta questa patente di nobiltà: “La famiglia di mio padre proveniva dalla Sicilia e vanta nobili origini. Il nostro cognome completo è infatti Scicolone Morillo dei baroni di Licata. L’atto fa parte dei documenti di proprietà della mia famiglia perché servì a un mio avo per entrare come ufficiale nell’esercito del Regno delle Due Sicilie. A quell’epoca gli ufficiali erano tutti nobili e gli aspiranti, prima di essere ammessi, dovevano documentare la loro nobiltà”.

Oltre al servizio militare, i membri della famiglia erano anche notai e architetti: gli Scicolone esercitarono la funzione notarile a Licata già nel 1645 e successivamente nel 1716.

Si ricordano inoltre architetti come Angelo Scicolone, attivo a Palma di Montechiaro e Licata dal 1737, e Pietro Paolo Scicolone, che progettò importanti edifici pubblici come la Biblioteca Lucchesiana di Agrigento nel 1749.

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