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020202Le palpebre, che possono essere sede di molteplici malattie, da processi benigni, anche autolimitanti, a tumori maligni, persino metastatici, sono essenziali per la salute dell’occhio, proteggendo il bulbo e assicurando la corretta distribuzione e l’allontanamento delle lacrime attraverso le vie lacrimali, oltre ad avere un rilevante ruolo estetico. L’orzaiolo, che si presenta come una formazione purulenta localizzata alla radice di un ciglio, è un’infezione acuta focale, di solito stafilococcica, dettoorzaiolo esterno quando viene coinvolta una ghiandola di Zeiss (tipo di ghiandola che produce grasso, associata alle ciglia).

ORZAIOLO 2

Questo tipo di orzaiolo, che si forma al bordo esterno della palpebra, va distinto dall’orzaiolo interno, che si ha quando viene coinvolta unaghiandola dei Meibomio (un altro tipo di ghiandola che produce la componente lipida delle lacrime) e si forma al bordo interno della palpebra.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO: Un orzaiolo può essere causato dalla scarsa igiene, poiché la pelle poco detersa è più soggetta ad infezioni batteriche (tra i batteri maggiormente coinvolti troviamo il batterio stafilocco); o da un’infiammazione delle palpebre.L’infiammazione cronica, lungo il bordo della palpebra, causata da una condizione chiamatablefarite, può provocare l’orzaiolo. La blefarite può essere associata a condizioni sottostanti, come la dermatite seborroica o rosacea; una malattia della pelle caratterizzata da arrossamento del viso. Si rischia di esporre le palpebre all’infezione se si cambiano le lenti a contatto senza lavarsi accuratamente le mani; non si disinfettano le lenti a contatto prima di utilizzarle; si lascia il trucco sugli occhi durante il sonno; si usano cosmetici vecchi o scaduti.

ORZAIOLOSINTOMI: L’orzaiolo si presenza come unpiccolo rigonfiamento arrossato e dolente a livello del margine palpebrale; talvolta con un gonfiore, circoscritto o diffuso delle palpebre, che può mascherare il focolaio infiammatorio originale. Possono anche verificarsi senso di bruciore, lacrimazione eccessiva e fastidio quando l’occhio è esposto alla luce. Dopo alcuni giorni all’apice della tumefazione, si forma una piccola pustola di colore giallastro, contenente pus che, fuoriuscendo, porta ad una graduale risoluzione del processo infiammatorio, riducendo il dolore e il gonfiore. Se l’infezione non viene curata, c’è il rischio che essa si espanda, infettando l’intera palpebra; oppure che l’infezione si estenda ad altre strutture oculari (congiuntivite).

CURA: La risoluzione spontanea, senza il ricorso ad alcuna terapia, è abbastanza frequente. La terapia medica, oltre all’applicazione di impacchi caldi, comporta l’applicazione sulla zona interessata di una pomata antibiotica, che previene l’estensione dell’infezione ai follicoli ciliari vicini; ed è utile la rimozione del ciglio interessato. Gli antibiotici per via sistemicasono utili solo se sono presenti infezioni stafilococciche in altra sede o se è presente un rigonfiamento dei linfonodi situati vicino all’orecchio. Per quanto concerne la terapia chirurgica, l’incisione chirurgica si ha solo nei casi di ascesso molto esteso.

ORZAIOLO 1RIMEDI NATURALI: Il primo e più diffuso rimedio naturale per eliminare l’orzaiolo è quello di effettuare un impacco caldo da mettere sopra l’occhio, poiché il calore stimola la ghiandola a far fuoriuscire il sebo in eccesso. L’impacco va lasciato in posa sull’occhio per un quarto d’ora, ripetendo l’operazione più volte al giorno. Anche l’olio extravergine, grazie alle sue proprietà lenitive e antibatteriche, allevia il gonfiore specie se accompagnato da prurito. Basta solo inumidire un piccolo batuffolo di cotone in olio d’oliva, tamponando l’area interessata, senza far entrare il prodotto nel bulbo oculare; ripetendo l’operazione più volte al giorno. Un tipico rimedio tramandato dalle nostre care nonne è quello dell’impacco di camomilla o con delle semplici bustine di tè. Basta riscaldare un po’ d’acqua, mettendo in infusione la bustina di camomilla o tè all’interno. Dopo aver  intiepidito l’infuso,  fate dei bagnoli, intingendo il cotone nell’infuso ottenuto, da posare sull’orzaiolo, lasciando agire.  Tra i rimedi naturali più utilizzati: una fogliolina di menta lavata e spezzettata, applicata sulla zona interessata per 2 volte al giorno; foglie di cavolo, scaldate a vapore per ammorbidirle, collocate sull’orzaiolo ancora tiepide, ripetendo l’operazione 1 volta al giorno; infuso ottenuto con 5 cucchiai di eufrasia essiccata in ¼ di litro di acqua bollente, tamponando con una garza. Ottimo il rimedio a base di un pezzo di foglia di aloe applicata direttamente sull’orzaiolo, oppure l’impacco d’aloe, otteuto lasciando in infusione qualche foglia d’aloe per un quarto d’ora in un po’ d’acqua calda.

Caterina Lenti

Meteoweb