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01La figura del dottore siciliano è alquanto sfocata.

Se da un lato un padre di famiglia non potrebbe chiedere di meglio ad una figlia in età “interessante”, dall'altro preferirebbe letteralmente morire di dolore in casa piuttosto che farsi ricoverare.

Non è un caso quindi se soprattutto in Sicilia il numero di ricoveri ospedalieri sia in netto calo, stando alle cifre lette sul rapporto annuale del ministero della Salute sulle schede di dimissione ospedaliera.
 

«Ad eccezione della Valle d'Aosta, che aumenta il suo volume di attività tutte le altre regioni mostrano una riduzione dell'attività per Acuti, da un minimo di -1,5% in Abruzzo e -1,8% in Campania ad un massimo di -10,9% in Sicilia e -9,5% in Calabria. La composizione dell'attività per Acuti mostra nel 2013 una riduzione del Regime diurno dal 27,1% al 26,1% del totale; l'andamento è confermato pressochè in tutte le regioni, con l'eccezione della Regione Marche (+0,8%), Valle d'Aosta (+0,3%), della Campania (+0,2%), Lazio e Abruzzo (+0,1%). Le riduzioni più consistenti si osservano in Sicilia (-4,7%), Basilicata (-3,2%) e P.A. di Trento (-3,1%)» … «La degenza media per acuti si mantiene pressochè costante da diversi anni intorno al valore di 6,8 giorni, mentre per le degenza medie per riabilitazione e per lungodegenza si osserva un decremento a partire dal 2009; per l'anno 2013 la degenza media per riabilitazione in regime ordinario è pari a 25,7 giorni, mentre quella per l'attività di lungodegenza è pari a 27,6 giorni».

Ma quali sono le cause di ricovero?

In primis il parto, con 301.440 dimissioni, poi acciacchi a carico del sistema cardiocircolartorio, delle vie respiratorie ed interventi di sostituzione di articolazione o reimpianto di arti inferiori.

Potete visionare il rapporto completo cliccando qui.

Detto questo, mi domando a cosa sia dovuto un calo così netto della nostra regione rispetto alle altre. O da noi si vive meglio (cosa assolutamente impossibile visto che siamo la suola di uno stivale ed in quanto suola siamo la parte più sporca e maltrattata) o i malati sono quasi tutti morti (scusate il cinismo)  o la diffidenza verso istituti medici noti per la loro malasanità e noti per l'assegnazione di ruoli senza concorso comincia a prendere piede tra l'opinione pubblica.
E non dimentichiamo i tagli sulla spesa sanitaria.

 

Autore | Viola Dante