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PALERMO – Una famiglia tedesca il 28 luglio scorso è finita vittima dei rapinatori, che non hanno risparmiato nemmeno il bambino, 2 anni appena. La polizia ha arrestato tutti i componenti della banda, entrata in azione in un appartamento di piazza Marina, nel centro storico di Palermo. Tutta la famiglia è stata narcotizzata per poter rubare soldi e oggetti vari del valore di 20.000 euro. Arrestati Antonino Di Fatta, pregiudicato palermitano di 19 anni, H.I., palermitano di 15 anni, B.M., marocchino di 14; denunciati invece D.B.S., palermitana di anni 24, F.F. di 15 e M.F., 15 anni. Un quarto uomo, Z.R., cinese di 30 anni, è stato invece denunciato per ricettazione: i cellulari rubati erano stati rivenduti nel suo negozio. 

I malviventi si erano arrampicati lungo alcuni tubi di una palazzina e appoggiandosi su una finestra con le grate in ferro avevano scavalcato la ringhiera di uno dei balconi dell’appartamento al primo piano. Le finestre erano state lasciate aperte a causa del caldo intenso. Padre, madre e bimbo non si sono accorti di nulla. Sono stati narcotizzati e si sono resi conto di quanto accaduto soltanto al loro risveglio, quando hanno riaperto gli occhi erano storditi e sotto choc. I rapinatori erano fuggiti con vari documenti e carte di credito, un computer portatile, 3 telefoni cellulari, una fotocamera e altro. 

Le analisi dei filmati acquisiti dalle telecamere interne condominiali e di altre presenti all'esterno dell’abitazione hanno permesso un primo identikit dei componenti del commando, formato da almeno sei persone, tra cui una giovane con un grosso tatuaggio sulla spalla. Nei pressi dell’edificio, inoltre, i poliziotti hanno trovato per terra due flaconi di farmaci contenenti benzodiazepine, sostanza solitamente impiegata come anestetico generale per indurre sonnolenza o mantenere il sonno. Le indagini hanno poco dopo permesso di individuare una ragazza che corrispondeva a quella immortalata dalle telecamere: tramite i suoi contatti e le sue frequentazioni, gli investigatori hanno rintracciato i presunti complici, compreso Di Fatta, che ha ammesso le sue responsabilità e ha riferito di aver venduto gli smartphone al commerciante cinese.